Ciao Gloria, sorellina: il ricordo di Claudia

16 febbraio 2021 | 10:28
Share0
Ciao Gloria, sorellina: il ricordo di Claudia

Ciao Gloria, sorellina. L’amica che sapeva capirti senza parlare, perché parlavano i gesti. Mi restano i nostri ricordi insieme e sono il modo migliore per raccontare di te: così fresca, delicata, sorridente. Così te.

Ciao Gloria

Forse ci è voluto qualche giorno per capire, per elaborare. Oppure, forse, i giorni non saranno mai abbastanza per rendersi conto di cosa sia accaduto.

O, forse, semplicemente, come tu ben sai, io non sono una persona di molte parole. Non lo sono mai stata, e non lo sarò mai. Una grande chiacchierona, sì, come quando in quel banco delle medie i professori erano costretti a richiamarci per il tempo che passavamo a parlare. Eppure, sai che esprimere le mie emozioni non è il mio forte. Non è poi così difficile, no? Tu eri così brava a farlo, quando riversavi tutti i tuoi pensieri su quel nostro quaderno segreto in terza media. Quel quaderno che ancora custodisco gelosamente. E chi potrebbe dimenticarlo? Un giorno a testa. Una sera tu, una sera io.

Quando toccava a te tenerlo, ogni volta rischiavi di finirlo. Lo riportavi il giorno successivo a scuola, dicendomi di aver scritto ‘poco’. Invece, aprivo e trovavo pagine e pagine di frasi, con quella tua scrittura così piccola, così precisa, così ordinata. Intere pagine scritte con quelle penne dall’inchiostro rosa, con i glitter, che adoravi. Pagine colme di adesivi e fotografie dei tuoi attori preferiti, che ritagliavi dai nostri ‘Cioè’. Io ero totalmente diversa. Le mie pagine si riconoscevano: scritte con la mia calligrafia disordinata, abbellite con le cose che trovavo. Ma a te andava bene così. Dicevi sempre che era così che volevi essere. Che io ero il tuo esempio, come studentessa e come amica. Che avresti voluto imparare ad essere decisa e diretta come me. La verità è che tu non avevi bisogno di nessun esempio. Solo di essere te stessa. E che, soprattutto, era a me che tu andavi bene così.

L’amica che chiunque avrebbe desiderato.

L’amica che ti riempiva di attenzioni, che con te sapeva affrontare i momenti felici e quelli di difficoltà. L’amica che passava le ore con te a studiare, ti apriva le porte della sua casa e del suo cuore, ti viziava a merenda con i pancakes con la nutella, e poi, non appena era ora di andare via, ti scriveva subito per messaggio, per dirti che ti voleva bene.

Ma, soprattutto, l’amica che sapeva capirti sempre. Nonostante i tuoi silenzi, nonostante la tua scarsa propensione a parlare. Non c’era bisogno di parlare. Non c’era bisogno di dire quelle parole. Erano ovvie, erano evidenti.

Tu lo sapevi, quanto bene ti volevo. Lo hai sempre saputo e me lo hai sempre detto. Vedi? Non solo mi dicevi quanto bene mi volevi tu, ma anche quanto te ne volevo io. Quasi come se non volessi farmelo dire troppe volte, perché sapevi che, quando lo dicevo, era vero ed importante. Piuttosto, avevi imparato a capirlo dai miei gesti. Quelli sì che erano reali. Quelli sì che riuscivano a parlare. Quando, con te per due volte costretta a portare le stampelle, io venivo a prenderti lo zaino fuori da scuola. Quando litigavi con qualcuno, o meglio, quando qualcuno se la prendeva con te e io andavo a difenderti. Quando c’erano momenti più nostri, anche più piccoli, e con un gesto io riuscivo a spiegarmi. E tu, con la tua sensibilità, sapevi cogliere quei gesti ogni volta, sorellina.

Sì, ‘sorellina’. Quel modo di chiamarci così dolce, così affettuoso, così da te. Fin da quella volta in cui dicemmo: ‘Dato che siamo entrambe figlie uniche, possiamo diventare sorelle io e te’. Era tutto così semplice, in fondo. Bastava dirlo, bastava deciderlo, e potevamo esserlo.

E, allora, sorellina, io ci ho provato a tirare fuori queste parole, per far capire a tutti quella tua magnifica essenza. E, in fondo, è stato più spontaneo di quanto pensassi. L’ho fatto attraverso ciò che mi rimane, ciò che per sempre resterà impresso nella mia mente: i nostri ricordi insieme. È questo il modo migliore per spiegare. E, tra questi ricordi, due delle nostre migliori fotografie insieme. Qui eravamo in terza media ed eravamo felici. Nient’altro. Spensierate, leggere. Così come ho imparato a conoscerti. Fresca, delicata, sorridente. Vedi che grandi sorrisi, in queste foto? È così che sarai per sempre, per me.

Sorridente, gentile, altruista, affettuosa, elegante. Lo hai dimostrato sempre, persino il giorno del tuo ultimo saluto, quando hai fatto scendere su tutti noi quella neve, candida, pura, silenziosa e delicata come te, e hai voluto abbracciarci con quelle due folate di vento. Per farci sapere che tu eri lì, con noi. E, noi lo sappiamo, ci sarai sempre.