Emergenza covid 19

Covid 19 Abruzzo, ospedali in affanno: variante inglese molto più aggressiva

L’Abruzzo fa i conti con una terza ondata di casi positivi al Covid 19, con una complicazione un più: la grande diffusione della variante inglese. L’intervista a Franco Marinangeli e Alessandro Grimaldi.

“I positivi al Covid 19 e i ricoveri sono in aumento in buona parte della regione: la situazione è preoccupante con un’inversione dei ruoli tra L’Aquila e Pescara rispetto alla seconda ondata che ci vede ancora in prima linea”.

A parlare con il Capoluogo sono due medici letteralmente in trincea dall’inizio della pandemia: il professore Franco Marinangeli, primario di Terapia Intensiva al San Salvatore dell’Aquila e il professore Alessandro Grimaldi, che dirige Malattie Infettive.

L’Abruzzo è di nuovo in piena emergenza Covid 19: il sovraccarico nell’area metropolitana di Pescara-Chieti vede fondamentale, in questo momento, l’ospedale aquilano.

All’ospedale san Salvatore continuano i ricoveri di pazienti da fuori provincia. L’ultimo bollettino (15 febbraio 2021) è di 533 nuovi positivi e 12 decessi, dei nuovi casi 308 sono tra Pescara e provincia.

A Pescara la pressione sul sistema sanitario si fa sempre più forte a causa dell’impennata di contagi, complice la circolazione diffusa della variante inglese. In media 30 al giorno gli accessi in ospedale da parte di pazienti che necessitano di ricovero: più di uno all’ora.

Tra le persone ospedalizzate anche 30enni e 40enni con sintomi acuti. In affanno tutta la catena di gestione dell’emergenza, dal 118 al pronto soccorso e al Covid Hospital.

Nel sottolineare all’Ansa che “Pescara sta vivendo il momento più delicato dall’inizio della pandemia”, il referente regionale per le emergenze e direttore del Pronto soccorso, Alberto Albani, afferma che “ci aspettiamo un ulteriore peggioramento”.

“Stiamo vedendo gli effetti dei comportamenti sbagliati della scorsa settimana e dei giorni precedenti – afferma Albani – La zona gialla non deve essere vista come un ‘liberi tutti’. Se ci si comporta nel modo adeguato si tratta di misure che consentono all’economia di reggere, ma è fondamentale il rispetto delle regole. Invece abbiamo assistito a scene assurde e oggi ne vediamo gli effetti. Ci attendiamo un ulteriore peggioramento per la prossima settimana”.

Covid 19 L’Aquila, Marinangeli: “Il sovraccarico lascia indietro le altre patologie”

“La situazione è preoccupante con l’avanzare della variante inglese che sembra molto più contagiosa e aggressiva e i numeri lo dimostrano”, spiega al Capoluogo il professore Franco Marinangeli.

“Continuo a invocare la massima prudenza e la massima attenzione perchè non ci siamo scrollati di dosso il problema, anzi, ci siamo abituati mentalmente e non va bene. Non ci dobbiamo ‘abituare’ al virus, dobbiamo assolutamente avere un comportamento irreprensibile perchè il sistema sanitario è di nuovo al limite, nell’organizzazione della gestione dell’emergenza”,

“Se da una parte in questi mesi gli anziani sono stati costantemente attenti, dall’altra i giovani, con l’apertura delle zone gialle hanno portato avanti comportamenti le cui conseguenze le cominciamo a vedere adesso”.

“Il sovraccarico che si crea negli ospedali porta a un rallentamento delle terapie per le altre patologie: non c’è solo il Covid 19 da combattere, questo è il tema vero che preoccupa noi medici”.

Attualmente i ricoverati nel reparto diretto dal professore Marinangeli, sono 12 (terapia intensiva a bassa intensità)

“Dobbiamo alzare la guardia. Ci stiamo impegnando per accelerare sui vaccini e cercare di distribuire le dosi nel minor tempo possibile, in modo da immunizzare la popolazione a stretto giro. La vaccinazione per ora sembra l’unica soluzione, ma ci vorrà tempo”.

“Per quanto siano state attrezzate strutture aggiuntive, la coperta è sempre corta: se il contagio aumenta dove andiamo?”

Covid 19, Alessandro Grimaldi, variante inglese è la minaccia: molto più aggressiva

“Era evidente, da mesi, che il virus sarebbe mutato nella sua forma iniziale: la variante inglese che si sta diffondendo anche in Abruzzo è molto pericolosa. Bisogna prestare la massima attenzione, circola molto più velocemente ed è più facile la trasmissione”.

Così, al Capoluogo, il primario di Malattie Infettive del San Salvatore, il professore Alessandro Grimaldi.

Il reparto del professor Grimaldi si è organizzato da settimane, proprio per garantire una migliore assistenza ai pazienti provenienti da Pescara e Chieti, in questo momento epicentro dei contagi.

I posti letto in più destinati ai pazienti Covid sono stati reperiti grazie alle dimissioni degli ultimi giorni e allo spostamento di altri pazienti.

Attualmente sono 12 i pazienti positivi al virus ricoverati nel suo reparto. Si tratta di persone provenienti prevalentemente dalla costa, dove gli ospedali sono in affanno e non ci sono più posti letto nemmeno nell’ospedale Covid attrezzato nel capoluogo adriatico.

I posti che si liberano con le dimissioni e con i decessi non sono sufficienti ad accogliere i nuovi pazienti. La situazione a Pescara è talmente critica che molte persone attendono in pronto soccorso anche più di un giorno prima di poter essere ricoverate.

Nel reparto di Malattie Infettive del nosocomio aquilano, oltre all’ala Covid creata ad hoc, si sta attrezzando anche una zona di terapia semi intensiva: “Un lavoro di equipe che andrà a sollevare gli altri reparti della nostra struttura in affanno e gli ospedali della costa”, spiega Grimaldi.

“Questa recrudescenza del virus, in piena campagna di vaccinazione, proprio non ci voleva. È il frutto, sicuramente, di una serie di comportamenti poco consoni rispetto alla situazione e conseguenti all’allentamento delle maglie della sicurezza da parte delle persone”.

“La variante inglese attualmente registra oltre il 50 per cento dei contagi, ha una maggiore capacità infettante con quadri clinici più gravi, colpendo molti giovani, anche bambini. Stiamo pagando le conseguenze degli effetti di comportamenti sconsiderati, anzi, è solo l’inizio delle conseguenze: dobbiamo ancora vedere cosa succederà nelle prossime settimane visto che ci sono 7-10 giorni di incubazione”.

Per il professor Grimaldi non è solo la variante a indicare come andranno le cose: Non è tempo per fare pronostici e sicuramente non sono applicabili alla medicina, il dato di fatto è che gli ospedali abruzzesi, soprattutto sulla costa sono in affanno. I posti letto che abbiamo a L’Aquila sono questi, cercheremo di fare il possibile per fronteggiare questa nuova fase dell’emergenza, come è stato fatto da mesi”.

“Per uscire dal tunnel bisogna continuare a tenere alta la guardia. Anche se abbiamo cominciato a vaccinare non possiamo rilassarci: le precauzioni da tenere le conosciamo tutti, basta solo applicarle”.

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