Dentro valle majelama

Valle Majelama, una gola nuda ma piena di ghiaccio: pronte squadre per monitoraggio continuo

Valle Majelama, oltre 15° sotto zero a circa 1800 mt d'altitudine. Viaggio nell'area delle ricerche. Pronte squadre di volontari CAI per il controllo costante della zona.

-15°. A Valle Majelama, a circa 1800 metri d’altitudine, si fa fatica a respirare per le raffiche di vento che tagliano la faccia. Ricerche momentaneamente sospese a causa dell’elevato rischio valanghe. Se dovesse arrivare lo stop, tuttavia, il Cai di Avezzano sarebbe  già pronto a partire con squadre di pattugliamento per il controllo dell’area di ricerca.

Tutto rimandato a oggi. Le previsioni promettono un miglioramento: al campo base di Forme di Massa D’Albe si sta già programmando la giornata di ricerche. I soccorritori sono stati impossibilitati a salire in quota nei giorni scorsi, a causa del maltempo: si è approfittato, allora, per studiare la topografia di Valle Majelama, anche grazie all’aiuto prezioso del Cai di Avezzano. Sono i giorni dell’anno in cui proprio a Valle Majelama scatta la chiusura – dal 15 febbraio al 15 agosto – per favorire la riproduzione dei grifoni.

Solo l’utilizzo di un battipista, probabilmente, avrebbe potuto agevolare in maniera rilevante le ricerche dei 4 escursionisti di Avezzano, dispersi dallo scorso 24 gennaio. “In quota c’è tantissima neve e, soprattutto, tanto ghiaccio. Si dovrebbero togliere quantomeno 3/4 metri cubi di ghiaccio, per provare a localizzare più agevolmente la posizione degli escursionisti” ci spiega Antonio Di Palma, presidente Cai Avezzano.

Se dovesse arrivare uno stop alle ricerche partirebbe immediatamente un servizio di controllo fisso sull’area, presumibilmente dal mese di marzo, quando si annullerà il rischio slavine. Noi siamo già pronti ad ogni eventualità. Tuttavia, anche in considerazione dell‘incontro in Prefettura della scorsa settimana, dubito si arriverà a decidere per l’interruzione. Ciò che è certo è che la zona resterà controllata costantemente. Coma CAI Abbiamo già la disponibilità di una 50ina di soci per la vigilanza sull’area di ricerca”.

Ogni anno, in questo periodo, la zona di Valle Majelama viene chiusa.

Il Presidente del CAI, Di Palma, ci spiega i dettagli della chiusura. “Un provvedimento che dura sei mesi ininterrotti, per favorire la nidificazione di una storica coppia di aquile. Da metà febbraio a metà agosto, dunque, non c’è alcuna possibilità di accesso alla Valle”.

Inoltre, aggiunge Di Palma “Valle Majelama è caratterizzata da pareti a strapiombo di 300, anche 400 metri. Quindi, nel periodo invernale è particolarmente ostica: soprattutto quando si registrano condizioni meteo avverse“.

In questo caso specifico, poi, ci troviamo di fronte a condizioni meteorologico-ambientali eccezionali. “Difficilmente si vede sul Velino tanta neve quanta quella caduta quest’anno. A Valle Majelama non mancano mai, invece, le slavine. Perché ci sono la Costa Stellata, il Bicchero e il Cafornia che scaricano accumuli di neve. È nota, tra gli esperti, la facilità di formazione di valanghe, accentuata quest’anno dal forte innevamento”.

Sono tre le valanghe rilevate nella sola Valle Majelama, dove si sono concentrate le ricerche fin dalla sera di domenica 24 gennaio scorso.

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Ma com’è Valle Majelama?

“È una valle nuda. Non ci sono grotte, è povera di possibili ripari naturali. Soprattutto, in questo momento è una vasta distesa di neve e ghiaccio. Si tratta di un Canyon bellissimo – molto frequentato prevalentemente nelle giornate festive o di bel tempo – dalle caratteristiche pareti a strapiombo: sia a sinistra verso il Cafornia, sia sul versante destro verso Monte Magnola. Nel mezzo la Valle è solcata da un canalone piccolino. Si arriva a Valle Majelama percorrendo il sentiero numero 8 (segnato dal CAI), quello, appunto, che dovrebbe essere stato intrapreso dagli escursionisti. Continuando sul sentiero 8, dopo 2 ore e mezzo di cammino all’incirca si entra nella Valle del Bicchero. Da qui si può: proseguire dritto e andare verso Valle di Teve; andare a destra, invece, toccando Punta Trento e Trieste, arrivando quindi al Rifugio Sebastiani; mentre andando a sinistra, a 2200 metri, c’è il Monte Bicchero e proseguendo, ancora, si tocca la Lapide dei fringuelli – sotto al Cafornia – e la Coronella, cioè un sentiero che unisce monte Cafornia e Monte Velino”.

Ad ostacolare i soccorritori in quota, in tutte queste settimane di ricerca, e chiunque si incammini verso questi percorsi nella stagione fredda c’è “una confluenza di venti fortissimi, tra Valle di Teve (lato Cartore) e Valle Majelama. Il vento è così potente che si fa fatica addirittura a restare in piedi. Testimonianza, questa, arrivata anche dagli stessi soccorritori impiegati nelle ricerche”.

Il CAI, oltre a fornire il proprio supporto nelle operazioni, ha collaborato con la Pro Loco di Forme ad una raccolta fondi per risorse da destinare all’emergenza Velino.

“In due giorni la raccolta fondi ha raggiunto donazioni per oltre 9mila euro, che abbiamo diviso in parti uguali fra il Soccorso Alpino Speleologico Abruzzese (SASA) – cioè il Soccorso Alpino del Cai – e la Pro Loco. Grazie a queste donazioni abbiamo portato tutto ciò di cui c’era bisogno: viveri, pentole, strumenti vari. Oltre a fare un bonifico per il denaro rimanente alla sede regionale del Soccorso Alpino”.

La Marsica continua ad attendere, pregare e sperare, mettendo in campo tutta la sua solidarietà.

 

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