Emergenza coronavirus

Covid 19, niente più visite a parenti e amici in zona rossa

Nuovo decreto Covid 19, spostamenti tra regioni bloccati fino al 27 marzo e niente più visite a parenti e amici in zona rossa.

Nuovo decreto Covid 19, spostamenti tra regioni bloccati fino al 27 marzo e niente più visite a parenti e amici in zona rossa.

Niente spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo e ulteriori restrizioni per la zona rossa: non sarà più possibile far visita a parenti e amici, secondo le regole ancora in vigore per le zone arancioni e gialle: una sola volta al giorno verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni.

È quanto prevede il primo decreto legge dell’era Draghi approvato a seguito della riunione a Palazzo Chigi che si è conclusa da poco.

Intanto i  presidenti di Regione chiedono di inserire nella cabina di regia politica – non quella del monitoraggio del contagio – anche i ministri economici (come nella call con Draghi), “al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese”. “In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori – si legge nel documento della Conferenza Stato Regioni – deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento”. Insomma, ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali. “È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti“, insistendo sul preavviso congruo che il governo deve dare per evitare il caos come per lo sci e i ristoranti aperti/chiusi nel weekend. Su questo Gelmini ha dato rassicurazioni. L’ipotesi che circola è che il monitoraggio venga effettuato a inizio settimana e non venerdì per non far arrivare la decisione sui colori delle zone troppo a ridosso del week end. Le Regioni chiedono poi di accelerare decisamente nella campagna vaccinale, reperendo le dosi necessarie, e collegando il problema ai criteri che hanno regolato finora i colori, in primis l’inesorabile Rt, l’indice di trasmissibilità. “Si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone – affermano -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario”. “Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali”.

“È evidente – è la conclusione – che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza”. Alla riunione e alla Conferenza Stato-Regioni che dovrebbe esserci domani dopo il Consiglio dei ministri non prende parte Mario Draghi. Sarà confermata anche la possibilità di fare visita ad amici e parenti, ossia la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, più i figli minori di 14 anni. Il tutto in un’Italia che oggi ha visto entrare in vigore la zona arancione in Campania, Emilia Romagna e Molise, con una voglia di uscire dei cittadini che con il bel tempo sembra quasi irrefrenabile. E ciò nonostante la curva dei contagi non accenni a deflettere, ben oltre i 10 mila test positivi al giorno, con pazienti in aumento in terapia intensiva e nei reparti ordinari e i decessi ancora decisamente sopra i 200. Anche a Napoli nonostante le nuove restrizioni si sono viste file sul lungomare e nei bar.

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