Covid 19 L’Aquila, vietato far finta di niente: lacrime e sangue non sono serviti

23 febbraio 2021 | 09:38
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Covid 19 L’Aquila, vietato far finta di niente: lacrime e sangue non sono serviti

L’ennesimo appello di Marinangeli. “Combattiamo contro due nemici: oltre al Covid, l’ignoranza. Il weekend da tutti insieme appassionatamente non è la soluzione: il nostro ospedale è pieno”.

“Abbiamo due nemici da abbattere, il COVID e l’ignoranza. Il fatto di non avere parenti stretti in gravi condizioni ci porta inevitabilmente a rimuovere il problema COVID e fare ciò che si è visto nel weekend in montagna, tutti insieme appassionatamente“.

Un riferimento a quanto anche la redazione del Capoluogo ha evidenziato ieri. La presenza massiccia di turisti a Campo Felice lo scorso weekend, molti dei quali arrivati da Roma con qualche scusa, per aggirare le misure anti Covid. Immagini che non potevano piacere a chi, da ormai un anno, è in trincea a combattere il Covid.

“Un anno di ‘lacrime e sangue’ sembra non essere servito a nulla – continua il Direttore di Terapia Intensiva del San Salvatore, Franco Marinangeli – Stiamo vivendo un momento di relativa calma nel nostro piccolo mondo circondato dalle montagne, ma dietro l’angolo l’inferno continuae il nostro ospedale continua a avere posti letto al completo“. Un nuovo monito: è fondamentale continuare a comportarsi responsabilmente, perché la pressione sugli ospedale è forte, anche su quello dell’Aquila, nonostante i contagi in provincia si siano abbassati.

“Il fatto che gran parte dei pazienti provenga da altre ASL dovrebbe portarci ad apprezzare la nostra situazione e a comportarci in maniera adeguata per evitare di ripiombare nella tragedia. Da adesso le zone rosse saranno definite in maniera chirurgica. Saranno i numeri dei singoli comuni a decidere e con le varianti all’orizzonte i contagi saranno molto più veloci. Poi, non ci lamentiamo se si sarà costretti a chiudere tutto, sarà inevitabile se non facciamo la nostra parte”.

“Ci stiamo massacrando per vaccinare, ma non ne abbiamo per tutti e subito: quindi il vaccino è certamente una speranza, l’unica speranza, ma non una soluzione immediata, facciamocene una ragione. – conclude Marinangeli – Vi invito a riflettere e a trasmettere ai giovani questi concetti elementari e a evitare la rimozione del problema. Il problema esiste e dovremo imparare a conviverci ancora per un pezzo, questa è la realtà”.

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