Riabilitazione sanitaria L’Aquila, D’Eramo e Pietrucci: “Riequilibrare le risorse”

L’obiettivo di riequilibrare le risorse per le attività di Riabilitazione sanitaria nella Provincia dell’Aquila fa un passo in avanti.
L’obiettivo di riequilibrare le risorse per le attività di Riabilitazione sanitaria nella Provincia dell’Aquila fa un passo in avanti. Dopo numerose segnalazioni, denunce e richieste di adeguamento – ultima in ordine di tempo è stata l’Interpellanza di Pietrucci del 18 dicembre scorso in cui si chiedeva di rivedere i budget di spesa clamorosamente penalizzanti per il nostro territorio – la questione è stata condivisa e pubblicamente raccolta nei giorni scorsi dall’onorevole Luigi D’Eramo, parlamentare della Lega. E ieri mattina i due rappresentanti istituzionali si sono incontrati insieme al dottor Pierluigi Cosenza,Commissario dell’Agenzia Sanitaria Regionale per affrontare l’annosa questione, focalizzare i fabbisogni reali e capire come definire una corretta ed equa ripartizione delle risorse su scala regionale.
Senza riepilogare nel dettaglio la complessa vicenda, è sufficiente citare come riferimenti il Piano Sanitario 2008-2010 e i successivi Decreti del Commissario ad Acta (52/2012 e 49/2016) finalizzati a razionalizzare la rete di assistenza territoriale e a fissare il fabbisogno delle attività di riabilitazione per ciascuna ASL, ma che poi hanno finito per sbilanciare la spesa, con una assurda disparità di trattamento, come questa tabella dimostra:

Al termine dell’incontro si è concordato di incontrare già nel corso della settimana i tecnici dell’ARS, i dirigenti del Dipartimento Sanità della Regione e l’assessora Verì, per esaminare approfonditamente il tema, individuare le soluzioni finanziarie coerenti con i fabbisogni e avviare gli opportuni percorsi amministrativi per risolvere il problema.
L’obiettivo comune è di offrire un adeguato servizio di Riabilitazione ai cittadini della provincia aquilana per non costringerli, con grave disagio amplificato dalla pandemia, a fruire di assistenza e cure in strutture private o in luoghi distanti dalla propria residenza. Ed evitare che la ASL1 subisca una mobilità passiva e perdita di risorse, a favore di altre Asl abruzzesi o extraregionali.