VACCINI COVID 19 ABRUZZO |
Attualità
/
Copertina
/
L'Aquila
/

Vaccino Covid 19, l’appello degli insegnanti pendolari abruzzesi: “Siamo invaccinabili”

4 marzo 2021 | 11:16
Share0
Vaccino Covid 19, l’appello degli insegnanti pendolari abruzzesi: “Siamo invaccinabili”

Covid 19, continua l’odissea per gli insegnanti abruzzesi in servizio nel Lazio: “Non sappiamo dove fare il vaccino”.

È l’odissea che vede protagonisti tanti insegnanti abruzzesi impossibilitati a ricevere la dose per l’immunità dal Covid 19 per un impedimento burocratico, legato al codice meccanografico della scuola dove prestano servizio.

Per prenotarsi sulla piattaforma c’è bisogno di inserire il codice della scuola: la Regione Abruzzo non li riconosce perchè prestano servizio nel Lazio e la regione Lazio non li fa prenotare perchè la residenza è fuori dai confini territoriali.

Con questo sistema praticamente gli insegnanti pendolari che invece prestano servizio in Abruzzo hanno potuto effettuare la prenotazione, perchè il codice meccanografico consente di portarla a buon fine.

Vaccini Covid 19, restano fuori dalle prenotazioni i docenti pendolari abruzzesi

Per loro, oltre al disagio di una vita da pendolare, fatta di mezzi pubblici presi tutti i giorni e che in questo periodo mettono anche più a rischio per quanto riguarda la possibilità di contrarre il virus, adesso si aggiunge l’angoscia di non sapere dove e quando poter fare il vaccino perché ancora non sono stati inseriti in alcun elenco.

Le segnalazioni arrivate alla redazione sono numerose; l’ultima, in ordine cronologico riguarda la situazione di una dipendente del comune di Roma, abruzzese, che presta servizio in un asilo nido laziale come educatrice.

“Come tanti altri colleghi – spiega l’insegnante – vogliamo metterci in fila per avere il vaccino, ma non possiamo e nessuno e nessuno cerca di trovare una soluzione al problema”.

“La cosa certa è che la mancanza di vaccini genera questo scarica barili, visto che l’Abruzzo sta eseguendo i vaccini agli insegnanti di un’altra regione, anche altre regioni dovrebbero fare la stessa cosa, oppure ognuno può vaccinare in base alla residenza e si chiarisce tutto”.

Una situazione che genera anche ansia e frustrazione, soprattutto quando intorno, gli altri colleghi sono riusciti a prenotarsi e aspettano solo  la chiamata per avere la prima dose. 

“Nell’ asilo dove lavoro saranno vaccinate entro fine mese tutte le colleghe e io, pur essendo la più anziana in servizio  e forse quella più a rischio visti gli spostamenti giornalieri, per adesso resterò senza”.

Una situazione quasi paradossale.Sono esposta quotidianamente al rischio di contrarre il virus o contagiare gli altri, soprattutto i bambini con i quali ho un contatto praticamente giornaliero! Non so davvero cosa stiano aspettando, quando alla fine la soluzione sarebbe anche semplice: vaccino nella residenza oppure nel posto di lavoro”.