8 marzo 2021: niente feste e la magra consolazione dell’asporto per i ristoratori

8 marzo 2021 | 06:35
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8 marzo 2021: niente feste e la magra consolazione dell’asporto per i ristoratori

Per la Festa della donna i ristoranti saranno ancora chiusi: sarà un 8 marzo da dimenticare senza feste, serate a tema e convivi. Chi ha potuto, ha inserito nell’asporto un piatto o un dolce a tema. “Un piccolo segnale di colore e speranza”.

I ristoratori abruzzesi sono obbligati a stare chiusi anche per l’8 marzo, dopo le chiusure per San Valentino, questa occasione mancata è l’ennesima mazzata, in una regione bicolore: zona rossa in molti comuni della costa, Teramo e L’Aquila in arancione.

Anche quest’anno, come nel 2020, non ci saranno quindi i classici convivi per l’8 marzo: da tempo ormai sono passate di moda le serate con lo spogliarello dei Centocelle Nightmare, ma per molte è sempre stata semplicemente una serata di “evasione”, un’occasione per staccare dalla routine e ritrovarsi con le amiche di sempre al ristorante o in un locale per due chiacchiere e un bicchiere in allegria.

Una convivialità di cui tutti sentono il bisogno specie adesso, tra mascherine, contagi e distanze obbligate. 

È possibile festeggiare comunque l’8 marzo in casa, anche senza le amiche, magari ordinando qualcosa di buono d’asporto, coccolandosi e dando così una mano al settore della ristorazione.

Tra i ristoratori aquilani, chi ha potuto si è organizzato con l’asporto, magari con un piatto a tema, come ha deciso di fare Luca Totani, ristoratore aquilano e titolare del Connubio.

“Accendere i fornelli e mettersi a impastare sta diventando più che una necessità, una sorta di terapia. Non ce la facciamo più, la situazione è davvero pesante. Speravamo nella zona gialla almeno per lavorare a pranzo, l’asporto non basta”, spiega Luca sentito dal Capoluogo.

In ogni caso, anche per respirare una ventata di ottimismo tra le mura del suo locale, le cui luci sono spente ormai da troppo tempo, Luca sta preparando delle “mimosine”, un dolcetto a tema 8 marzo, disponibile insieme al menù per l’asporto.

“Avevo tante idee, ma alla fine ho deciso di lasciare per l’asporto il solito menù: il rischio concreto era di fare la spesa e poi dover buttare il cibo qualora non ci fossero state ordinazioni sufficienti”.

“L’anno scorso  – ricorda – la Festa della donna è stato l’ultimo giorno effettivo di lavoro prima del lockdown. Abbiamo fatto qualche coperto quel giorno, ma siccome le chiusure erano imminenti e c’erano già diversi focolai, siamo stati costretti a cancellare la serata a tema, pur avendo fatto provviste e con prenotazioni da tutto esaurito”.

Da allora, non abbiamo fatto altro che rincorrere decreti e ordinanze, con l’unica boccata di ossigeno data dal mese di luglio e agosto, nella speranza che adesso qualcuno si ricordi che noi ristoratori abbiamo bisogno di lavorare per andare avanti”.

Mimosine dolci disponibili per l’asporto anche alla Gastronomia San Bernardino, che ha aperto i battenti pochi giorni fa.

“Un modo per ricordare le nostre donne, così preziose, nella giornata a loro dedicata. Il Lunedì di solito siamo chiusi, questa volta però facciamo un’eccezione con l’asporto delle mimosine”, spiega al CapoluogoLuca Boianelli, titolare della gastronomia.

mimosina

Una torta per la Festa della donna l’ha preparata anche Federico Marrone, giovane pasticcere di talento aquilano, che lavora nel ristorante di famiglia “Lincosta”.

festa della donna torta

Federico, poco prima delle chiusure dei ristoranti, aveva riconvertito parte del locale di famiglia in una sorta di sala da tè dove, dopo il pranzo (quando si poteva stare aperti) era possibile gustare una delle sue dolcissime creazioni, accompagnata da una tisana o un tè serviti in una teiera panciuta stile inglese, oppure insieme a un calice di vino o liquore da dolce.

La speranza per tutti i ristoratori è di poter ricominciare a lavorare presto, con tutte le dovute cautele e lasciarsi finalmente questo periodo, ormai troppo lungo, finalmente alle spalle.