8 marzo, Noi più forti della pandemia: la storia di Sara Bologna

Sara Bologna è un’imprenditrice aquilana nella ristorazione. La pandemia ha messo in ginocchio il suo settore, ma non lei che continua con coraggio ad andare avanti.
Sara Bologna è un’imprenditrice aquilana di 42 anni: una donna sempre in movimento, una mamma premurosa, una moglie attenta, una sorella su cui contare.

Sara, insieme al fratello Omar è il volto e l’anima del locale di famiglia Casa Bologna, un ristorante che si trova a Sant’Eusanio Forconese, piccolo borgo dell’hinterland aquilano.
Una solida attività, fiaccata come tutte le altre, dalla crisi e dal buco nero conseguenti la pandemia.
La tipologia del locale, un ristorante che ha fatto della materia prima del territorio la propria eccellenza, non aveva prima del Covid “l’anima e la vocazione all’asporto”, ma Sara, insieme a Omar, non si è persa d’animo ed è andata avanti, nonostante la famiglia proprio a causa del virus abbia subìto anche un lutto gravissimo: la perdita del papà Dino.
Davanti a questo lutto devastante e improvviso Sara ancora una volta si è rimboccata le maniche, e insieme a Omar continua ad andare avanti.
“Lo abbiamo fatto anche e soprattutto per papà e per nostra madre – spiega Sara sentita dal Capoluogo – non potendo fare la nostra ristorazione ci siamo reinventati e se non potevamo ammassare, allora abbiamo cominciato a fare le pizze. Quantomeno è qualcosa per andare avanti, per non perdere le speranze e soprattutto per tenere quel refolo di vita sempre acceso”.

“Posso dire che siamo stati anche fortunati, avendo le camere, abbiamo ospite qualche operaio dei cantieri qui intorno, a cena prepariamo i pasti per loro ed è anche questo un modo per continuare a praticare una forma di socialità, avendo intorno tutto questo isolamento”.
Non solo ristorazione, da anni Sara Bologna porta avanti il suo progetto personale di cake designer: lei in città è un vero e proprio punto di riferimento: le torte colorate, in pasta di zucchero o classiche con la panna e il cioccolato, sono molto apprezzate e richieste.
“Devo dire che anche con la pandemia abbiamo lavorato tanto: le mamme e i papà in questo periodo hanno fatto i salti mortali per lasciare che i bambini non fossero travolti dalla tristezza che si respira ormai da troppo tempo. Anche senza amichetti, tutti hanno cercato di rendere i loro compleanni più lieti. Anche se la torta è più piccola, è stata sempre bellissima, un vero e proprio atto d’amore e devozione verso i nostri cuccioli”.
Sara si commuove, perchè appunto anche lei è una mamma: il suo ragazzo più grande ha 21 e veleggia nel mondo dell’università online, è autonomo e segue le lezioni da casa, però c’è la piccolina che ha solo 6 anni e da tempo vede le maestre e i compagni attraverso uno schermo.
Sara si dedica a lei, tutti i giorni, come se fosse tornata anche lei a scuola. Con la chiusura delle palestre ha dovuto rinunciare anche alla sua passione per la danza aerea, ma in questo momento la sua famiglia è la priorità assoluta.

“Mi si stringe il cuore ogni volta che dobbiamo fare la dad: sono dei passerotti così piccoli e già devono confrontarsi con un mondo che non sembra più a misura per loro. Per noi genitori è stato come tornare a scuola: che siano piccoli o più grandi vanno seguiti, anche per non farli sentire soli”.
“Dobbiamo cercare di non perdere mai la forza, ogni volta che una donna lotta per se stessa, lo fa anche a nome di tutte le altre. Non siamo il sesso debole: lavoriamo come gli uomini, ci diamo da fare dentro e fuori casa, stiamo dietro ai nostri ragazzi, soprattutto in un periodo storico come questo. È la forza che trova noi e che ci consente, quando vogliamo, di spostare anche le montagne”.
