Speranza di vita, lavoro e istruzione: il Covid annulla i progressi ottenuti in 10 anni

10 marzo 2021 | 16:52
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Speranza di vita, lavoro e istruzione: il Covid annulla i progressi ottenuti in 10 anni

Covid, siamo tornati indietro di 10 anni per la qualità della vita. La pandemia si abbatte su istruzione e lavoro. I numeri

Il rapporto dell’Istat evidenzia come la pandemia abbia influito negativamente su determinati aspetti, come la soddisfazione e la qualità della propria vita, istruzione e lavoro.

81,7 anni era l’età media per la speranza di vita nel 2010, nel 2019 era di 83,2. Nel 2020 il dato è sceso a 82,3, annullando così alcuni progressi raggiunti in dieci anni di salute e che sono sfumati con la pandemia. Nonostante questo, è in leggero aumento la percezione della soddisfazione della propria vita, che però evidenza divari tra Nord e Sud e in maniera meno marcata anche tra uomini e donne.

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Per quanto riguarda l’istruzione non ci sono buone notizie, soprattutto se pensiamo alla differenza tra l’ Italia e la media europea

Nel nostro paese, nel secondo trimestre del 2020 il 62,2% delle persone ha almeno il diploma di scuola superiore, una percentuale che rimane più bassa di 16 punti rispetto alla media del continente. Inoltre, la percentuale di laureati si trova poco sopra al 27%, contro la media europea che arriva al 42%. I Neet, invece, ossia i giovani che che non studiano e non lavorano, aumentano nel primo trimestre del 2020 del 2,7% rispetto al secondo trimestre del 2019. In più l’8% degli studenti di qualsiasi ordine e grado è stato escluso dalla DAD, percentuale che arriva al 23,2% se si parla di bambini o ragazzi con disabilità.

Il Covid ha provocato anche un forte aumento di disoccupati

Nel 2020, 788 mila in meno sono le persone tra i 20 e i 64 anni che non lavorano rispetto al 2019, facendo così scendere il tasso di occupazione al 62% (-2 punti rispetto al 2019) . Numeri negativi se rapportati al resto d’Europa, dove la media dell’occupazione si trovava al 71,7% nel 2020, con -1,5 punti rispetto all’anno precedente. Al contrario, torna una maggiore partecipazione alla vita politica del paese, trend che era in calo nell’ultimo decennio. Dati che sfiorano il 58% nel 2019 e che arrivano a 62,5% nel 2020: la crescita è legata al sempre maggiore coinvolgimento e voglia di informarsi da parte dei cittadini per tutti i processi decisionali legati alla gestione dell’emergenza Covid.