Covid 19 e crisi economica

Covid 19, anche dall’Abruzzo le partite Iva scendono in piazza a Roma

Le partite Iva scendono simbolicamente in piazza: il primo sciopero nazionale della categoria ha rappresentato oltre 5 milioni di cittadini "unicamente colpevoli di lavorare in proprio".

Le partite Iva sono scese in piazza a protestare perchè “Abbandonati dallo Stato”.

Sono arrivati dall’Abruzzo, ma anche dalla Sicilia e dal Piemonte e si sono dati appuntamento a Roma. Sono loro, i “portatori sani di Partita Iva”, strozzati da una crisi che emergenza Covid 19 ha amplificato ancora di più a causa delle chiusure e delle restrizioni.

Sono commercianti, ristoratori, parrucchieri, piccoli imprenditori che lamentano, da mesi, la carenza di aiuto da parte del governo per far fronte ai danni economici subiti nell’ultimo anno a causa del coronavirus.

Il primo sciopero nazionale della categoria ha rappresentato oltre 5 milioni di cittadini “unicamente colpevoli di lavorare in proprio, spesso esponenti della classe intellettuale del Paese”.

L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione “Partite Iva unite per cambiare” che raccoglie 450 mila iscritti vuole che nel prossimo decreto “Ristori 5” siano finalmente inserti i provvedimenti a favore della categoria, con l’erogazione di indennizzi (che non significa ristori) che possano sopperire a parte delle perdite provocate da chiusure di attività obbligate o per la riduzione del fatturato dovute al crollo delle commesse da parte delle catene di fornitura in cui esse operano.

L’associazione Partite Iva unite per cambiare, solo in Abruzzo conta circa 2.500 aderenti sui 450mila totali.

La manifestazione ha registrato non moltissime presenze, l’aggravarsi dei contagi ha ovviamente ridimensionato l’affluenza.

Dopo la manifestazione, Angelo Di Stefano, coordinatore nazionale dell’associazione Partite Iva insieme per Cambiare, ha incontrato il sottosegretario del Mef Claudio Durigon.

“Gli abbiamo chiesto il condono delle cartelle – precisa – . Chiamatela pace fiscale se preferite ma si tratta di crediti inesigibili che le partite Iva non possono pagare”.

“È stato un incontro schietto: al sottosegretario abbiamo chiesto anche e la proroga della moratoria dei crediti delle banche che scadono al 31 marzo, per farci respirare, abbiamo chiesto anche che nel decreto Sostegno il calcolo per i ristori sia calcolato prendendo a riferimento il calo di fatturato di un intero anno e non solo di un mese come avveniva prima. Con il decreto Sostegno il ristoro dovrebbe essere un po’ più alto dei precedenti”. 

“Ci aspettavamo sicuramente una maggiore adesione – spiega Giuseppe Bucciarelli sentito dal Centro, in quanto coordinatore abruzzese di Partite Iva-Insieme per cambiare – ma ciò non sminuisce il senso della manifestazione. Sul palco di piazza del Popolo abbiamo portato le testimonianze e le voci dell’Abruzzo. È stato un passaggio proficuo, era un modo per farci ascoltare dalle istituzioni, che ora dovranno darci una risposta. Ci aspettiamo un segnale”.

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