Alimentazione

Pasta che passione: mangiarla a cena aiuta a conciliare il sonno

Pasta a cena: perchè fa bene. Uno dei prodotti simbolo e orgoglio del Made in Italy è un naturale rimedio per insonnia e stress.

Pasta la sera? Perchè no… Soprattutto se diventa anche un buon alleato per combattere insonnia e stress.

La pasta rilassa, unisce e soprattutto è uno di quei simboli che fanno tanto “Made in Italy”: andiamo a vedere perchè può essere utile come un “sonnifero”.

Da inizio pandemia, il 63% degli italiani lamenta insonnia e ansia (Ricerca Piepoli/ Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi).

Ma una buona notizia c’è: tante ricerche scientifiche hanno dimostrato che mangiare pasta a cena rilassa, facilita il sonno e non fa ingrassare, anzi fa dimagrire.

Ovviamente è importante scegliere un condimento leggero, magari a crudo, come un buon pesto fatto in caso, o una semplicissima pomodoro e basilico, abbinando la pasta a un piatto di verdure crude o cotte.

pasta chef mimi

In occasione della Giornata mondiale del Sonno (19 marzo), i consigli di Unione Italiana Food aiutano ad orientarsi tra le ricette di pasta più indicate a cena.

La pandemia si è insinuata nelle nostre vite su tutti i fronti, alterando abitudini, ritmi e qualità del sonno.

Da quando è iniziata la pandemia (oramai più di un anno fa), il 63% degli italiani lamenta insonnia e ansia e si definisce “molto o abbastanza stressato”, mentre il 43% è consapevole di vivere in “un livello massimo di stress” (Fonte: indagine condotta dalI’Istituto Piepoli per conto del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi).

Ma una buona notizia c’è: un aiuto può arrivare dall’alimentazione. In particolare, mangiare pasta a cena fa bene, rilassa, facilita il sonno e se mangiata nella giusta porzione e con i giusti condimenti non fa ingrassare, anzi fa dimagrire (notizia utile in tempi in cui palestre e centri sportivi sono chiusi e l’attività fisica è ridotta).

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Dagli anni ’60 ad oggi, una vasta letteratura scientifica, tra cui tre studi pubblicati sulla rivista “The Lancet Public Health”, aiutano a sfatare falsi miti e luoghi comuni sulla pasta, confermando che mangiare carboidrati a cena, e in particolare la pasta, ricca di Triptofano e Vitamine del gruppo B, potrebbe rivelarsi una scelta oculata, non solo perché se assunta con moderazione “allunga la vita”, ma soprattutto se siamo stressati e soffriamo d’insonnia.

E un sonno lungo e ristoratore è inversamente proporzionale all’aumento di peso…

Queste ricerche potrebbero far cambiare abitudini a quella fetta della popolazione italiana che ancora rinuncia a portare questo alimento a cena per paura di ingrassare o dormire male. La pasta quindi è un’ottima alleata anche di sera, soprattutto se siamo stressati o se soffriamo d’insonnia.

“Il consumo di pasta – commenta Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione (S.I.S.A.) –  favorisce la sintesi di insulina che, a sua volta, facilita l’assorbimento di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina (che regola l’umore) e della melatonina (che orienta il ritmo del sonno). E un sonno lungo e ristoratore è inversamente correlato all’aumento di peso, riducendo gli ormoni responsabili della fame. Inoltre, le vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, implicano il rilassamento muscolare; soprattutto la B1, fondamentale per il sistema nervoso centrale, stimola la produzione di serotonina” .

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Pasta di sera: ok, ma meglio al dente

Una curiosità: sarebbe anche un’altra la ragione del potere ipnoinducente della pasta. Masticare lentamente e accuratamente stimola i recettori che agiscono sul senso di sazietà, riducendo quel senso di fame che ci porta ad introdurre altro cibo.

“La masticazione è la prima fase della digestione. Frantumare il cibo in pezzi più piccoli fa sì che sia più esposto alla saliva, e più facile da digerire” spiega Piretta. E nel caso della pasta, quella italiana è lavorata in modo tale da mantenere la tenuta al dente, consistenza che la rende più resistente alla masticazione e quindi più digeribile.

Pasta lunga: perché sazia di più

A sera meglio tenersi leggeri, visto che l’ultimo pasto della giornata dovrebbe apportare al massimo il 30% delle calorie di giornata. Ma se abbiamo ancora fame? Basta puntare sulla pasta lunga.

Questo perché, misurando l’aumento di peso dei formati dopo la cottura (considerando valida una cottura al dente), bucatini e spaghetti arrivano ad avere aumenti finali di peso di ben 2 volte e mezzo rispetto a quello iniziale.

E quindi, a parità di intake calorico, ci sentiremo più sazi (e soddisfatti) con un piatto di spaghetti, linguine o bucatini rispetto ad una porzione di pennette o mezze maniche.

Le foto allegate all’articolo sono prese dalla pagina Instagram Chef_Mimi_2.0.

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