Vaccino, i pazienti fragili dimenticati: un esercito silenzioso

I pazienti fragili dimenticati: non penalizzano la società con richieste di esenzione, pur motivate, ma non esistono come categorie di rischio. Un esercito silenzioso
Silenzio sui pazienti fragili dimenticati. La cronaca quotidianamente porta alla ribalta tristi episodi correlati ai cosiddetti “furbetti”, vale a dire persone che attuano comportamenti o strategie scorretti o, peggio ancora, fraudolenti, per acquisire un vantaggio personale. Agli arcinoti furbetti del cartellino possiamo tranquillamente abbinare quelli dei falsi sostegni alla povertà, delle richieste di sussidio alla disoccupazione non rispondenti al vero, e chi ne ha più ne metta.
Il Covid ha portato alla ribalta nuove categorie di costoro, motivate questa volta dal riuscire, prima di altri, ad ottenere l’agognato elisir contro la pandemia. Telegiornali, quotidiani web, social media e carta stampata puntano l’indice ora contro il politico, ora contro il giornalista, ora contro una categoria piuttosto che un’altra. Notizia recentissima quella dei magistrati ammessi nelle coorti vaccinali, addirittura fino ai più giovani praticanti, e degli avvocati esclusi.

Eppure ci sono tantissimi pazienti, non semplici cittadini, che avrebbero tutto il diritto di essere vaccinati in maniera prioritaria, e tuttavia non possono accedere ai vari portali per inserire i loro dati, perché, paradossalmente, per non pesare sulla collettività o per semplice privacy, hanno scelto di non richiedere un’esenzione per patologia.
L’esercito dei pazienti fragili dimenticati
È il silenzioso e riservato insieme di coloro che sono affetti da patologia cronica, o da altre, di pari se non maggiore importanza, magari soggetti per di più a monitoraggi continui. Queste persone non esistono per i portali in cui ci si può prenotare per la vaccinazione, perché non hannoun codice di esenzione da inserire nel campo richiesto.
Ulteriore beffa, queste persone inoltre, non avendo richiesto l’esenzione, sostengono per cure, controlli e ticket costi maggiori, che versano al sistema sanitario in maniera continua, vista la cronicità del loro problema, andando paradossalmente ad assicurare maggiori risorse a tutti gli altri. Eppure, il loro medico di famiglia ne conosce la storia clinica, prescrive loro farmaci, analisi… Non avrebbe pertanto alcuna difficoltà nell’asseverare la situazione per loro conto o fornire loro un codice numerico, magari concordato con la ASL, che questi pazienti possono autonomamente inserire nella manifestazione di interesse online.
Basterebbe davvero poco, per dare modo a chi ha bisogno e possiede i necessari requisiti di fragilità, di poter accedere alla vaccinazione ed esercitare il proprio diritto alla Salute. Un clic con il mouse da parte del Medico curante o un sms con un codice di accesso. La libertà di sostenere costi maggiori per non aver richiesto l’esenzione per patologia, che non è un obbligo, peraltro, non può rivelarsi una condanna per far vivere svariate persone fragili in una maggiore condizione di rischio. Tutto ciò mentre l’esercito dei furbetti del vaccino continua imperterrito nella sua “missione”.
Foto di Fondazione Veronesi