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Pasqua in Abruzzo fra storia, tradizione, modernità e… norme anti Covid

La Pasqua in Abruzzo fra storia, tradizione e modernità, rispettando le norme anti Covid. Il contributo di Nando Giammarini.

La Pasqua in Abruzzo fra storia, tradizione e modernità, rispettando le norme anti Covid. Il contributo di Nando Giammarini.

Il termine Pasqua, etimologicamente parlando, deriva dal latino Pascha e dall’ ebraico Pesah che in entrambi le terminologie significa “passaggio”. Nella ricorrenza ebraica la Pasqua celebra la liberazione del popolo di Mosè dalla schiavitù in Egitto e viene festeggiata in occasione del primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. In pratica il passaggio del popolo d’Israele dalla prigionia alla libertà. Con l’avvento del Cristianesimo , per i credenti, la Pasqua incarna la resurrezione di Cristo e viene festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. La data quindi oscilla tra il 21 marzo e il 25 aprile.

Oltre alle radicate convinzioni di carattere religioso è legata al risveglio della natura quindi al passaggio dalla stagione fredda invernale a quella più mite primaverile. Essa ha avuto risonanze agresti importanti, fin dall’antichità quando si festeggiava l’arrivo della primavera con offerte di ringraziamento consistenti in primizie di campo e carni di agnello che venivano consumate in un pasto rituale.

Altro festoso alimento simboleggiante la Pasqua è l’ uovo che denota la vita, un auspicio di fecondità ed assume importanza di quasi sacralità dipinto con i colori brillanti della primavera e della luce del sole anche se quelle di cioccolata, di recente invenzione, son preferite dagli anziani e dai bambini.

In tutta l’Alta Valle dell’ Aterno ed al mio paese – Cabbia di Montereale, che nella notte tra domenica e lunedì scorsi ha avuto la visita di un orso probabilmente fuoriuscito dal vicino “ Parco del G. Sasso e Monti della Laga” che ha ben pensato di assaggiare lo squisito miele locale prodotto dall’Azienda di un cabbiese doc, Marco Di Giamberardino – vige l’antica costumanza della benedizione delle uova sode la sera del sabato. Le stesse dovranno essere usate per la colazione, insieme ad una pizza dolce fatta in casa, la domenica mattina giorno della Santa Pasqua e della Resurrezione di Cristo. Altra bella tradizione, ormai desueta, era quella per cui i bambini del paese dalla sera del giovedì, quando le campane erano “ legate” in segno di lutto, a quella del sabato Santo facevano il giro della processione per annunciare la funzione religiosa serale suonando con degli arnesi molto artigianali: “le taccanelle”. Si trattava di tre pezzi di legno legate tra loro da un pezzo di spago che agitate emettevano un suono particolare.

L’Abruzzo nonostante le variazioni dovute ad una rapida trasformazione socio- culturale è rimasto profondamente legato alle tradizioni, gli usi, i costumi della propria, millenaria, cultura agro- pastorale in cui sono insiti i riti religiosi. All’Aquila è molto nota, con il richiamo di un grande numero di turisti e visitatori, la processione del Venerdì Santo: una delle tradizioni religiose più profondamente sentite dalla popolazione reistituita nel 1954 ad opera dei frati minori di S. Bernardino coadiuvati dall’aspirante frate, Salvatore Roccioletti . La stessa si avvale anche della collaborazione dell’associazione dei Cavalieri del Venerdì Santo, un gruppo laico che da oltre vent’anni sostiene i frati di San Bernardino nell’organizzazione dell’evento. Dalla data della sua ripartenza questo è il terzo anno in cui non si celebra: la prima a volta fu in occasione del disastroso terremoto del 6 aprile 2009 che provocò 309 morti e gli ultimi due anni a causa del maledetto Covid-19: la terribile emergenza pandemica che vieta qualsiasi tipo di assembramento. Quest’anno però, a differenza del 2020, ritorna in chiesa il Cristo Morto e, soprattutto, la possibilità di omaggiarlo da parte dei fedeli, seppur sotto tono e in assoluta sicurezza. Per tutta la Settimana Santa, a partire da lunedì, stazioneranno all’interno della basilica di San Bernardino le tre statue del corteo del Venerdì Santo: il Cristo Morto, la Vergine Addolorata e l’Angelo con il calice.  La sera del prossimo 2 aprile, in coincidenza del canonico orario della Processione, i Cavalieri del Venerdì Santo garantiranno la guardia dei simulacri vigilando e regolando l’omaggio dei fedeli per garantire il giusto distanziamento ed il rispetto dei DPI come impone la disciplina anti-Covid 19. In sottofondo verranno diffuse le note de Il Miserere di Selecchy. Venerdì, almeno questa, si svolge in presenza sebbene in forma ridotta, la tradizionale Via Crucis diocesana che lo scorso anno si tenne via streaming. Essa, nel rispetto delle norme anti-Covid, non può avere luogo all’esterno, lungo le vie del centro storico cittadino, ma si svolge all’interno della chiesa di San Silvestro con inizio alle 20.00 I fedeli che partecipano possono così rientrare nelle proprie abitazioni entro le 22.00, inizio del cosiddetto coprifuoco. Il  cardinale arcivescovo Giuseppe Petrocchi, presiederà l’importante evento mentre i testi e l’animazione sono curati dal Servizio diocesano di pastorale giovanile e vocazionale e dal coro diocesano giovanile “San Massimo”.

A Chieti la storica Processione del Venerdì santo viene svolta in solitaria. Per il secondo anno consecutivo, l’arcivescovo Bruno Forte porta la croce e percorre da solo Corso Marrucino fino alla Trinità. Chiuse le strade entro un perimetro del centro storico. La decisione è stata presa per eccessivo rispetto delle norme di sicurezza evitando al massimo le occasioni di assembramento.

A Sulmona il famoso rito della Madonna che scappa si celebra – su decisione del prefetto, Cinzia Torraco e del vescovo della cittadina, Michele Fusco – purtroppo ancora una volta a porte chiuse. La decisione di non far entrare persone in chiesa è stata dettata per non creare discriminazioni tra i fedeli che possono assistere tranquillamente da casa, in diretta streaming, alla breve corsa della Madonna lungo la navata centrale della chiesa di Santa Maria della Tomba. Il vescovo, celebrerà insieme a due parroci alla presenza del sindaco Annamaria Casini e del direttivo dell’ Arciconfraternita trinitaria.

A Teramo Venerdì non si svolgerà la processione del Cristo morto per il secondo anno per le vie del centro ma al mattino ci sarà la processione antelucana, dedicata alla Madonna Addolorata che si svolgerà non per il centro ma nel duomo a partire dalle 05.30. Auspicando che passi velocemente la terribile pandemia, fortemente condizionante della vita sociale, formuliamo a tutti i lettori di questa testata giornalistica, al direttore ai giornalisti tutti ed alle loro famiglie, i migliori auguri per una Pasqua e Pasquetta foriere di salute e serenità.

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