San Pio delle Camere 12 anni dopo: un dolore mai sepolto sotto le macerie

San Pio delle Camere, cosa è cambiato 12 anni dopo. Un dolore riacceso dalla recente tragedia su un cantiere e una ricostruzione in enorme ritardo
Sembrava di rivedere le stesse immagini. Polvere, calcinacci, macerie e Vigili del fuoco a scavare con le proprie mani, coperte solo dai guanti. Solo che questa volta non c’era stata nessuna scossa: ma un sussulto improvviso. Tanto rumore, poi un profondo silenzio. Quello di un dolore troppo grande per essere sepolto dalle nuove macerie. San Pio delle Camere il 6 aprile 2009 pianse cinque vittime. Dodici anni dopo ne piange sette.
Il 6 aprile 2021 San Pio delle Camere conta circa 5 aggregati in ricostruzione.
“Dopo tanto tempo finalmente si è mosso qualcosa. Il crollo del fabbricato di qualche settimana fa, in cui hanno perso la vita due operai, era proprio uno degli aggregati partiti ed era appena entrato nel vivo della ricostruzione” dice al Capoluogo il sindaco, Pio Feneziani.
Dopo tanta attesa si sperava di iniziare a rivedere la luce. Così non è stato.

“Quelli partiti – continua il sindaco – sono aggregati riguardanti la ricostruzione privata in centro storico, la parte di San Pio delle Camere maggiormente danneggiata dal sisma del 2009. La zona periferica, invece, più recente in quanto a costruzione, fortunatamente non subì danni importanti. Attualmente sono in corso i lavori alla scuola dell’infanzia, il cantiere è partito in questi giorni e speriamo che verrà riconsegnato per la prossima riapertura dell’anno scolastico. La Chiesa è stata spostata in un edificio provvisorio, l’edificio storico è stato chiuso per inagibilità, dopo le scosse del 2016“.
I primi cerotti in un centro rimasto fantasma per anni e anni, dopo quella maledetta notte. Il paese, oggi, conta circa 700 abitanti. Una scuola, messa in sicurezza nell’immediato post-sisma, il suo ufficio postale, la sua farmacia.
Prima del sisma di dodici anni fa molti vivevano in centro storico, la scossa distruttiva ha cambiato tutto. Ha spazzato via case e vite che la comunità non ha mai dimenticato. Come non dimenticherà Dzevdet Uzeiri, 61 enne macedone da anni residente nella frazione di Castelnuovo di San Pio delle Camere, e Cristian Susanu, 42 anni, originario della Romania e residente a Roio. Le vittime più recenti di una ricostruzione tanto desiderata: vittime delle macerie assassine.
“Nel nostro territorio c’è una comunità di lavoratori stranieri, stabilitasi nel tempo nella frazione di Castelnuovo. Una comunità che si è ben integrata in paese. Dzevdet, una delle due vittime del recente crollo di un fabbricato, era una delle persone più conosciute e apprezzata. Era un lavoratore serio, arrivato nel nostro comune oramai da più di trent’anni“.
Quest’anno, con l’emergenza Covid ancora in corso, il Comune ha preferito non organizzare iniziative in memoria del triste anniversario. Ma il ricordo non mancherà, anzi: l’intera comunità si stringe ai familiari delle vittime del crollo del 13 marzo, che è tornato a risvegliare la paura e la sofferenza di una terra ferita.
“Questa situazione epidemiologica ci ha frenato, dal punto di vista di determinati rituali da organizzare. Logicamente, però, accenderemo le nostre luci, come da invito del Comune dell’Aquila, per commemorare le vittime del sisma“.