Vincenzo Angelini: confiscati beni per 32 milioni di euro al grande accusatore di Del Turco

11 aprile 2021 | 16:07
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Vincenzo Angelini: confiscati beni per 32 milioni di euro al grande accusatore di Del Turco

Vincenzo Angelini: sequestrato il tesoretto dell’ex patron della sanità privata abruzzese, grande accusatore di Ottaviano Del Turco.

Chi è Vincenzo Angelini? È, o anzi era, il grande magnate della sanità privata, il primo (e forse unico) grande accusatore di Ottaviano Del Turco, condannato in Cassazione a una pena definitiva di 8 anni per truffa ai danni della Regione Abruzzo.

Quella Regione Abruzzo, guidata all’epoca da Del Turco, sul quale Angelini aveva puntato il dito, gettandogli addosso una vera e propria valanga di accuse, quel castello mai provato, anzi, ridimensionato anche in sede processuale.

Oggi Del Turco è un uomo molto malato, provato da 14 anni di processi, privato, nel momento del vero bisogno, anche del vitalizio. Per Del Turco, che da 15 anni subisce il peso e un patibolo di accuse infamanti, le conseguenze sul piano della salute sono state devastanti.

A Del Turco furono inflitti, da “condannato preventivo”, 28 giorni in isolamento, alla stregua di un boss mafioso, più due mesi ai domiciliari. Un incubo che eventualmente nessuna assoluzione potrà mai cancellare.

Tre giorni dopo l’arresto, Del Turco si dimise dalla carica di presidente della Regione e con una lettera si autosospese dal partito. A quel punto, la “montagna di prove schiaccianti”, che avrebbero dovuto inchiodare l’ex presidente della regione Abruzzo nel ruolo di “incallito tangentaro”, financo a capo di un’associazione per delinquere,  si sgretolarono quasi subito dopo l’arresto.

L’entità delle presunte tangenti, di cui non è mai stata rinvenuta traccia, è passata dai quasi sei milioni di euro a 800mila euro.

L’unico accusatore, Vincenzo Angelini, ex patron della clinica Villa Pini di Chieti, da sedicente vittima della mungitura politica è divenuto “bancarottiere seriale”, nelle parole dell’avvocato della difesa Giandomenico Caiazza. (fonte ilgiornale.it)

L’Antitrust e i resti di Angelini

All’epoca dei fatti, nel 2008, Angelini aveva infatti favoleggiato di uno scambio di denaro ufficialmente mai riscontrato, denari che non sono stati mai trovati, pur avendo tracciato i movimenti bancari anche dei familiari dell’ex governatore della Regione Abruzzo.

Angelini disse negli interrogatori di aver versato 5,540 milioni di euro a Del Turco: nel decreto si legge che “l’attività investigativa non ha ancora consentito di tracciare l’effettiva destinazione finale di tali rilevanti risorse economiche”.

Per Del Turco, come ricorda anche Il Riformista, non si è ancora fatta giustizia, ma intanto il suo unico accusatore si rivela, stando alle conclusioni dei magistrati, un uomo dalla condotta criminale.

La Corte di Cassazione, che ha l’ultima parola, ha definitivamente accertato come quelle di Angelini verso la Regione, in tema di rimborsi per le prestazioni sanitarie effettuate dalle sue cliniche private, fossero truffe belle e buone.

Truffe che ad Angelini hanno fruttato anche diversi capitali, avendo disponibilità di diversi beni, oggi sequestrati, su disposizione del procuratore capo della Repubblica di Chieti, Francesco Testa.

La casa di cura Villa Pini, già sequestrata ad Angelini anni fa, è stata venduta all’asta per 31 milioni di euro.

Nei giorni scorsi invece i Carabinieri  hanno confiscato diversi beni immobili: un appartamento a Chieti, due a Pescara e una villa a Francavilla al Mare, monili e oggetti in argento, oro, pietre preziose e altri oggetti ancora da valutare. Oggetto di sequestro anche 3 mila sigari cubani e 100 paia di scarpe. Non sarebbero stati trovati però alcuni dipinti preziosi di Tiziano.

Angelini attualmente sta scontando in detenzione domiciliare, per motivi di salute, la condanna per bancarotta fraudolenta, ma con l’ultima pronuncia della Cassazione, che ha reso definitiva la condanna per truffa, diventa esecutiva anche la pena detentiva.

Per quanto riguarda invece le accuse di Angelini a Del Turco, basta leggere le sentenze per rendersi conto che quello montato contro l’ex governatore non è che la storia di un vero e proprio errore giudiziario.

Il 22 luglio 2013 Del Turco viene condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione, tentata concussione e falso.

Il 20 novembre 2015 la Corte d’Appello dell’Aquila condanna Del Turco a 4 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di associazione per delinquere e per induzione indebita. Del Turco viene invece assolto dalle accuse di corruzione e falso. Il 3 dicembre 2016 la Corte di Cassazione annulla con rinvio la condanna di Del Turco per l’accusa di associazione a delinquere. Viene invece confermata la condanna per induzione indebita..

Il 27 settembre 2017 la Corte d’Appello di Perugia assolve poi Del Turco dall’accusa di associazione a delinquere perché “il fatto non sussiste” rideterminando la pena in 3 anni e 11 mesi (da 4 anni e 2 mesi); inoltre l’interdizione dai pubblici uffici viene trasformata da perpetua a 5 anni.