Emergenza coronavirus

Covid 19, l’exit strategy nel rispetto delle regole e delle vaccinazioni di massa

Covid 19: nel rispetto delle regole e delle vaccinazioni di massa l'exit strategy. Il contributo di Nando Giammarini.

Covid 19: nel rispetto delle regole e delle vaccinazioni di massa l’exit strategy. Il contributo di Nando Giammarini.

Siamo nel pieno della situazione pandemica nazionale nonostante gli sforzi, anche sul piano vaccinale, che si stanno compiendo per debellare la terribile infezione che da oltre un anno affligge il mondo intero. Purtroppo, è amaro dirlo, una parte di responsabilità è anche nostra in quanto non ci atteniamo strettamente al rispetto delle regole poiché pensiamo che il Covid potrebbe colpire solo gli altri. Non è così. Ho consumato le mie dita e la voce a scrivere e ribadire a chiare note che il distanziamento ed i DPI sono le uniche forme di prevenzione che non costano nulla e salvaguardano la nostra e l’altrui salute. Dai eri l’Italia è diventata per metà arancione, con quattro Regioni in rosso tra cui la Sardegna che solo un mese fa era l’unica zona bianca del Paese. Ciò dimostra che ci sono stati degli errori comportamentali da parte dei cittadini isolani. Si è sprecata una via, una clamorosa occasione di ripartenza, mentre per quel che concerne il resto del Paese, la situazione è ancora confusa con dati altalenanti. Ieri, secondo il bollettino dati dell’emergenza emesso dal Dipartimento della Protezione Civile si sono registrati 9789 contagi e 358 decessi.

Pienamente d’accordo che bisogna tornare quanto prima ad un regime di normalità socio – economica anche in funzione del fatto che il sistema paese è in notevole sofferenza. Ciò deve avvenire gradatamente e nel pieno rispetto delle norme anti Covid che se non applicate rigorosamente ci farebbero tornare alla situazione precedente. E saranno problemi seri, per tutti. Ecco che da ieri, lunedì 12 aprile, tornano in zona arancione Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria andandosi ad aggiungere a Basilicata, Abruzzo, Umbria Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Veneto, provincia di Bolzano e di Trento. Riapriranno i negozi e si potrà circolare all’interno del comune di residenza. Sarà inoltre possibile, una sola volta al giorno, andare a trovare amici o parenti nel comune in massimo due persone oltre ai minori di 14 anni conviventi.  Si registrano novità in arrivo anche per la scuola poichè torneranno in classe anche gli studenti della seconda e terza media mentre per quelli delle scuole superiori la didattica in presenza deve essere garantita almeno al 50 per cento ( dove possibile, anche 75 per cento). Restano, invece, in zona rossa 11,4 milioni di italiani: quelli che vivono in Puglia Campania, Valle d’Aosta e Sardegna. In Toscana che passa in arancione, restano in zona rossa le province di Firenze e Prato, i Comuni di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto parte della provincia di Pisa ma compresi nella zona socio sanitaria Valdarno Empolese Valdelsa, i comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli compresi nella zona socio sanitaria Alta Vald’elsa, in provincia di Siena.

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Per quel concerne il nostro Abruzzo ieri si sono verificati 259 casi Covid dei quali 99 fanno riferimento alla provincia di Teramo, 78 a quella dell’Aquila, 45 a quella di Chieti e 31 a quella di Pescara. 134 guariti e 5 decessi. Particolare attenzione è riservata alla provincia dell’Aquila dove preoccupa, e non poco, il numero dei Comuni in zona rossa. Essi sono 38 con ordinanza del presidente della Regione Marsilio – valida fino al 18 aprile – a seguito della riunione dell’Unità di Crisi di venerdì che ha valutato i dati epidemiologici. Questi i comuni: Avezzano, Celano, Pescina, Cerchio, Corfinio, Barisciano, Poggio Picenze, Fossa, Ocre, Sant’Eusanio Forconese, Villa Sant’Angelo, San Demetrio de’ Vestini, Fagnano Alto. Nel Teramano: Colonnella, Martinsicuro e Nereto. La scelta delle zone rosse ha suscitato delle polemiche tra il presidente della Regione, Marsilio ed alcuni sindaci dei comuni interessati. Di seguito le regole entrate in vigore ieri nei 41 comuni abruzzesi di area rossa: Vietati gli spostamenti salvo che per comprovati motivi di lavoro, salute, necessità o urgenza. Le scuole saranno aperte in presenza, ma solo fino alla prima media. Dalla seconda media e fino alle superiori ci sarà la didattica a distanza. Aperti tabaccai, edicole, farmacie e parafarmacie. Chiusi centri estetici, barbieri e parrucchieri Potranno rimanere aperte le attività commerciali per la vendita di generi alimentari e di prima necessità, di prodotti agricoli e florovivaistici, di abbigliamento intimo e per bambini e di elettronica. Per i bar è consentita la sola vendita da asporto dalle 5 fino alle 18, mentre per i ristoranti l’orario sempre per l’asporto è fissato alle 22. Nei mercati settimanali sarà consentita l’apertura solo ai banchi di generi alimentari e di prima necessità, prodotti agricoli e florovivaistici. È permessa l’attività sportiva all’aperto in modo individuale. Resta in vigore la disposizione del coprifuoco notturno tra le 22 e le 5. Esprimendo i migliori auguri di pronta guarigione a tutti i corregionali colpiti dalla terribile pandemia formulo agli operatori sanitari coinvolti nella risoluzione del grave problema di salute i più fervidi auguri di buon lavoro.

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