Covid 19, operaio della ricostruzione ostaggio di un tampone

Il contatto con una persona positiva al Covid 19 e l’incubo dell’isolamento “a tempo indeterminato”. Operaio della ricostruzione in attesa di un tampone che non arriva.
Si è trasferito da poco a L’Aquila per lavorare nella ricostruzione, l’operaio “ostaggio” ormai da tre settimane a causa di un contatto con una persona positiva al Covid 19.
Come da procedura, – spiega la segnalazione che giunge da un amico di Raiano – la Asl lo ha contattato disponendo l’isolamento per i canonici 14 giorni, dopo di che ci sarebbe stato il tampone di controllo. Al termine del periodo previsto, il giovane operaio, che nel frattempo non aveva sviluppato sintomi, si sarebbe dovuto recare a Preturo per la somministrazione del tampone di controllo.
Lì, purtroppo, il primo problema: non essendo munito di mezzi propri e non potendone prendere di pubblici o farsi accompagnare, lo ha comunicato alla stessa Asl, che ha provveduto a fissare un appuntamento per un tampone domiciliare il 7 marzo.
Ad oggi, però, il giovane non ha ricevuto alcuna visita per il tampone di controllo, né riesce a mettersi in contatto con la Asl per un altro appuntamento. Risultato, da quasi un mese il giovane non può muoversi di casa, ma soprattutto non può andare a lavoro, dove lo attendono, ma solo dopo i tamponi di controllo.