Restrizioni e prospettive

Santo Stefano di Sessanio: “In estate torneranno a trovarci”

Santo Stefano nel cuore della regione che possiede tutto: borghi, storia, mare e montagna. "Se il 2020 ha rappresentato un'estate proficua per noi del borgo lo sarà anche la prossima".

Il Capoluogo vi porta nel cuore di Santo Stefano di Sessanio tra restrizioni e restauri, voglia di turisti e botteghe che attendono la riapertura.

Oggi il borgo appare decisamente silenzioso dopo il boom di presenze registrato nella scorsa estate. Una passeggiata tra storia, simboli riscoperti, mestieri di una volta e tanta, ma tanta, resilienza. “Si attendono i mesi caldi per rimettere in moto il turismo”.
Incontriamo Valeria Gallese, nata ad Avezzano, ma trapiantata all’Aquila dal 2008. La sua vita e il suo lavoro si svolgono precisamente tra Barisciano, Santo Stefano di Sessanio e Castel del Monte, una casa in mezzo la natura e una bottega in uno dei pesi più belli d’Italia.

valeria gallese

Valeria ha trasformato la sua passione nel suo lavoro che cura e cresce esattamente come fosse un figlio. Si chiama AquiLana, questo è il nome del marchio che racconta la lana abruzzese.

La ricetta personale per “resistere” alle chiusure

Valeria ha una bottega che si affaccia sulla Piazza Medicea di Santo Stefano,  borgo che dalla seconda metà del ‘500 ebbe floridi commerci con i Medici di Firenze che qui acquistavano lane e pecore come testimoniato dallo stemma all’ingresso del paese.

“Mi manca molto il lavoro in bottega, il contatto con la gente, mi manca ricevere amici e persone nuove a cui raccontare AquiLana, così come le scuole e i gruppi di gite in visita”.

Si sperava nei giorni di Pasqua, nel 25 Aprile e nel primo maggio che per il piccolo borgo sono un anticipo d’estate che lascia arrivare un flusso di gente importante. Per il secondo anno consecutivo non è andata così a causa dell’andamento del virus e delle restrizioni governative.

AquiLana non si è fermata, si è reinventata

“Ho pubblicizzato la mia azienda sui social negli anni passati e ho raccolto i frutti di questo lavoro nei mesi di chiusura. Questo mi ha permesso di non richiedere nemmeno i ristori  stanziati dal governo”.
Valeria non si ferma: vende on line, è parte attiva delle iniziative del territorio e coglie al volo le opportunità.

“La mia presenza on line negli anni passati ha fatto sì che la gente scegliesse AquiLana”. La bottega resta pur sempre il luogo d’incontro nei mesi estivi, ma dietro c’è un lavoro costante e instancabile di 365 giorni l’anno. “Per vendere lana c’è bisogno di tanta gente, solo così incontri chi è mosso dalla tua stessa passione”.

Intanto Valeria nei mesi duri non si è fermata mandando a trasformazione cinque mila chili di lana sucida che corrispondono a milletrecento chili di filato che hanno raggiunto aziende specializzate italiane che si sono occupate della filatura della lana di Valeria. “Quest’anno invece lavoriamo seimila e seicento chili di lana”.

Ma lo sguardo e i pensieri sono già oltre, Valeria aspetta con ottimismo l’estate e la immagina come quella 2020: ” Il borgo è deserto oggi, ma ho il sentore che verranno a trovarci presto” – afferma con ottimismo.

“Santo Stefano di Sessanio non ha risentito del Covid la scorsa estate. I contagi erano pochi e in molti hanno scelto l’Abruzzo che mi piace definire una regione ‘facile’ che possiede tutto: spazi aperti, borghi, storia, mare e montagna da scoprire. Tutto a una manciata di passi. Se il 2020 ha rappresentato un’estate proficua per noi del borgo la sarà anche la prossima (restrizioni e scelte governative a parte)”.

santo stefano

Santo Stefano oggi

E’ un sabato di aprile, l’aria sa di primavera anche se la neve resiste sulle montagne circostanti, la Torre Medicea è così bella, ma mancano voci, gente, luci accese e turisti.

Il tempo sembra essersi fermato di nuovo a Santo Stefano di Sessanio. E’ accaduto con il terremoto di dodici anni fa e nuovamente, oggi, con le restrizioni ferree dettate dall’emergenza Covid in corso.

santo stefano

Non si “sentiva” da molto tempo così tanto silenzio, portoni chiusi, attività serrate e nessun profumo di buona cucina uscire dai cantinoni caratteristici della zona.

Nel dedalo di vicoli vuoti, ma nuovi di zecca grazie alla ricostruzione post sisma, ci si sofferma a scorgere bellezze ineguagliabili.

E’ il caso della Torre Medicea che ritorna protagonista del borgo e si riprende il suo posto legittimo. Si è fatta attendere per dodici anni, ma ne è valsa la pena.