Covid19, Variante indiana in Italia: 2 casi dopo pellegrinaggio sul Gange

L’OMS, “Variante indiana rilevata in 17 Paesi, tra i quali l’Italia. Etichettata come mutazione di interesse, ma non preoccupante”. 2 casi in Veneto
La mutazione del virus che sta flagellando con un impeto finora sconosciuto l’India, detta anche variante indiana, B.1.617, è stata rilevata in oltre 1.200 sequenziamenti caricati sulla banca dati internazionale Gisaid, ricorda l’Oms. I Paesi dove è stata rilevata con più frequenza, India, Stati Uniti, Regno Unito e Singapore, ma anche in Belgio, Svizzera, Grecia e Italia.

La variante indiana, B.1.617, che ha una serie di “sub-varianti” è stata classificata finora come mutazione “di interesse” ma non ancora “preoccupante”, che l’etichetterebbero come più pericolosa del virus originale in quanto più contagiosa, più letale o resistente ai vaccini.
Variante indiana: i due casi in Veneto
Sembra isolata e soprattutto di provenienza estera, sottoposta a tracciamento immediato, la variante indiana del Coronavirus isolata in un uomo e sua figlia residenti a Villaverla, nei pressi di Bassano del Grappa (Vicenza), primo caso riscontrato in Veneto. La conferma è giunta da Antonia Ricci, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, che sta effettuando il sequenziamento dei ceppi del virus.
I due soggetti sono entrati subito in quarantena al loro arrivo “e non hanno trasmesso – ha precisato Ricci – l’infezione alla famiglia. Forse un loro familiare (la madre, ndr) è positivo, ma perché convivente”. Soggetto ancora sottoposto ad accertamenti.
In Veneto oggi si registrano 848 nuovi contagi e 36 decessi nelle ultime 24 ore, per un totale da inizio pandemia di 409.213 casi e 11.281 vittime. In aumento i dati clinici, con 1.546 (+6) ricoverati con una diagnosi di Covid, di cui 1.328 (+3) nei reparti non critici e 218 (+3) nelle terapie intensive. Sono stati completati 472.418 cicli vaccinali, pari al 9,7% della popolazione, per un totale di 1.512.159 dosi, pari al 91,4% di quelle fornite, 1.039.741 prime dosi con una copertura del 21,3% della popolazione.