L'intervista

Antonio Di Matteo, MCL in campo per globalizzare la solidarietà: ripartire dal lavoro

Verso il primo maggio, la ripartenza comincia dal lavoro: l'intervista ad Antonio Di Matteo, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori. "Investiamo sui giovani".

‘Globalizzare la solidarietà’ e garantire i diritti ai lavoratori: sulla scia del messaggio di San Giovanni Paolo II vuole camminare il Movimento Cristiano Lavoratori, guidato dall’avezzanese Antonio Di Matteo. La 49esima Settimana sociale dei Cattolici italiani è vicina – si terrà ad ottobre a Taranto – e vicino è il traguardo dei 50 anni di attività e associazionismo targati MCL.

Un primo maggio particolare quello di quest’anno. La ricorrenza della Festa dei Lavoratori è inevitabilmente segnata dall’emergenza pandemica da Covid19. Ne abbiamo parlato con il presidente MCL Antonio Di Matteo. “Viviamo una situazione che riteniamo essere molto preoccupante. Servirà rifuggire dagli egoismi e impegnarsi ad essere solidali”.

antonio di matteo

“Il Movimento Cristiano Lavoratori – ci spiega Di Matteo – sta seguendo attentamente le vicende legate al Recovery Fund. Una crisi come quella attuale – che avrà ripercussioni pesanti a lungo termine – non può essere tamponata con provvedimenti a carattere temporaneo. È prioritario uscire fuori dalla pandemia, ma vanno affrontate tutte le criticità di ambito sociale che l’emergenza sta portando con sé”.

A generare angoscia è la società che ci si aspetta quando sarà terminata la fase di aiuti da parte dello Stato. Quando, cioè, moltissime fasce deboli della popolazione potranno ritrovarsi completamente sole.

“Attualmente c’è qualche misura di sostegno, anche se soggetta a rilevanti ritardi. Un domani, però, queste misure non ci saranno più. Per questo, bisogna preoccuparsi fin da oggi del futuro: il Governo deve creare sviluppo, occupazione. Deve mettere in atto un’azione di ampio respiro che garantisca lavoro alle nuove generazioni. A preoccuparci, infatti, è proprio la crisi nel settore occupazionale: in particolare la situazione in cui si ritrovano quei giovani che non sono impegnati né con lo studio né nello svolgimento di attività professionali e che vivono, per questo, un vuoto costante, con tutte le conseguenze del caso. Auspichiamo, per il futuro, che lo Stato possa accompagnare concretamente le aziende, investendo sulla formazione dei lavoratori e sulla loro qualificazione”.

Un primo maggio, allora, che si propone di essere un profondo momento di riflessione, così come sarà anche il convegno in programma ad Avezzano, il prossimo 15 maggio: un appuntamento di avvicinamento alla 49esima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, dal tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”, in programma a Taranto nel mese di ottobre 2021.

“L’anno orribile della pandemia ha creato grande disagio di carattere sociale. Un disagio che, ormai, sta emergendo in diverse situazioni. Siamo convinti che nelle azioni politiche bisognerà avere grande visione di prospettiva. È necessario andare nella duplice direzione dell’assistenza – diversa dall’assistenzialismo – e della dignità del lavoro. Servono interventi di programmazione che tengano conto anche dei più recenti cambiamenti societari. Il Covid ha fatto scoprire, ad esempio, lo smart working: un settore che va normato e regolamentato. Dunque, sulla spinta di quanto è accaduto occorre costruire un nuovo modello organizzativo e, in questo processo, è fondamentale investire sul lavoro e sulla formazione professionale. Un messaggio che il Movimento sta promuovendo con impegno e costanza: veicolare l’importanza dell’attenzione alla New Generation e, tra gli stessi giovani, diffondere la cultura della formazione”.

Antonio Di Matteo e il Movimento Cristiano Lavoratori, la vigilia di 50 anni e la missione “Giovani” che non si ferma

Antonio Di Matteo si è avvicinato fin da giovane al MCL. Nato da una famiglia di estrazione contadina del Fucino, ha sempre ricevuto una formazione vicina sia alla religione che ai diritti dei lavoratori. Suo papà, infatti, era dirigente locale di un’organizzazione di tutela dei lavoratori agricoli. Da qui l’impegno di attivismo, che ha incontrato e si è sposato naturalmente con la filosofia e la missione del Movimento Cristiano Lavoratori: di cui oggi è Presidente.

“Ci troviamo alla vigilia di una scadenza importante: il prossimo anno il Movimento Cristiano Lavoratori compirà 50 anni. Negli anni ’70 c’era ancora la ‘mentalità fordista’, quindi la dimensione secondo cui il lavoratore era l’operaio: un piccolo ingranaggio del processo produttivo. L’evoluzione, da allora, è stata importante. Oggi il MCL vede il lavoratore assolutamente centrale nel processo produttivo. Possono e devono esserci acquisizioni di partecipazione nell’azienda da parte degli stessi lavoratori. A questo abbiamo sempre guardato: ponendo al centro del nostro agire la persona, quindi il lavoratore nella sua interezza”.

E oggi l’azione principale va rivolta ai giovani.

“Dobbiamo superare la vecchia concezione del posto di lavoro e andare nella direzione della Cultura del lavoro. Per tale motivo, occorre investire su se stessi. In concreto noi ci proponiamo di accompagnare e preparare i giovani, anche indirizzandoli nei centri accademici di eccellenza. Il nostro partner è l’Università Cattolica del Sacro Cuore come riferimento per la formazione dei nostri giovani: che hanno, in questo modo, l’opportunità di declinare le loro conoscenze e competenze inerenti il Magistero Sociale della Chiesa. Dall’altro lato, in riferimento alla vera e propria realtà lavorativa, nostro partner è l’Università di Modena-Reggio Emilia, che ospita un Centro di eccellenza sul Diritto del Lavoro, che opera in sinergia con le Università europee e che fa riferimento ad un personaggio importante nella storia del Diritto del Lavoro come Marco Biagi”.

L’obiettivo del Movimento Cristiano Lavoratori e della sua attività per e al fianco dei giovani è “formare i giovani per l’ingresso e l’orientamento nel mondo del lavoro e della società odierna. Ovvio che qualora i giovani decidessero, poi, di restare all’interno del Movimento garantirebbero quella rigenerazione che tutti auspichiamo”.

Tutto ciò riflette il ruolo in cui si pone la Chiesa italiana rispetto al mondo del lavoro. Il prossimo primo maggio risveglierà proprio l’attenzione e la riflessione su queste tematiche, quelle della formazione dei giovani e della cultura del lavoro in primis, per approfondire il dibattito sull’argomento: in vista delle Settimane Sociali dei Cattolici che si terranno a Taranto ad ottobre prossimo.

“Il nostro compito – conclude Di Antonio Di Matteo – è trasmettere un messaggio importante, in una società chiamata ad un cambiamento continuo, in cui spesso l’ambiente e la realtà lavorativa rischiano di restare indietro. Per questo, come organizzazione sociale che vive da vicino l’esperienza del mondo del lavoro, ci proponiamo di dare il nostro contributo per un nuovo percorso di formazione e una proposta da condividere, facendo ognuno la propria parte, senza attendere che siano i legislatori ad agire: cominciamo a farlo noi come organizzazioni sociali, in modo da rispondere alle sollecitazioni di Papa Francesco e dei Vescovi italiani.

L’organizzazione MCL partecipa a due reti europee di lavoratori: l’Unione Europea dei Lavoratori Democratico Cristiani, che raggruppa 30 organizzazioni dei Paesi europei, e l’altra – inerente la formazione dei lavoratori – che ingloba ben 70 Paesi e che sta lavorando soprattutto sul fronte dello sviluppo di un dialogo sociale. “Cerchiamo di offrire vicinanza e solidarietà, soprattutto in quei paesi che ne hanno bisogno, penso ai Balcani e ad un centro-est Europa in cui ancora manca quella cultura di un associazionismo concreto come quello che conosciamo e che proviamo a portare avanti noi, nel tempo. In Europa e fuori dai confini europei”.

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