Scolopendra, il millepiedi velenoso: tutto quello che c’è da sapere

Scolopendra, il millepiedi velenoso che è possibile incontrare anche nel territorio aquilano. Uccide le sue prede col veleno.
La scolopendra è un artropode della famiglia dei chilopodi (millepiedi) ampiamente diffuso anche sul territorio aquilano. Il genere più diffuso è quello della scolopendra cingulata, che può raggiungere i 17 centimetri di lunghezza e i 15 millimetri di larghezza. Ha 21 paia di zampe prensili e forcipule e una livrea bruno rossastra.
La scolopendra è frequentatrice abituale del territorio aquilano, in quanto predilige i terreni ombrosi e naturalmente trova un habitat ideale nel sottobosco della zona.
Si ciba di larve e piccoli insetti che uccide con il suo potente veleno; si tratta infatti di uno degli artropodi più velenosi presenti in Italia, tant’è che può provocare fastidi anche all’uomo, generalmente rossori, ma anche sintomi più gravi in persone allergiche.

La scolopendra e il veleno, quello che c’è da sapere.
La scolopendra è molto velenosa e con il suo veleno (che contiene acetilcolina, istamina e serotonina) può uccidere piccoli vertebrati in pochi secondi. Per gli uomini generalmente non è pericolosa, in quanto tende a nascondersi e a fuggire. Anche in caso di estremo pericolo, quando è alle strette ed è costretta a usare il suo veleno contro l’uomo, generalmente gli effetti si limitano a dolore localizzato e rossore. Più delicata la situazione al cospetto di una scolopendra gigantea (localizzata in Amazzonia), che può portare ad effetti più gravi, come febbre, sudorazione e spossatezza. Ancora più gravi gli effetti nei soggetti allergici, soprattutto se bambini.
La scolopendra nel mondo.
Se in Italia si trovano scolopendre di dimensioni che arrivano massimo a 17 centimetri, nel resto del mondo la specie si è diffusa in svariate tipologie e misure.
La scolopendra gigantea dell’Amazzonia, o “centopiedi peruviano dalle zampe gialle”, arriva infatti anche a 30 centimentri, può vivere fino a 10 anni ed è in grado di cibarsi di rettili, piccoli mammiferi ed uccelli. Se ha alternativa e non si trova in estremo pericolo, non attacca l’uomo: l’unico caso accertato di decesso per un morso di scolopendra gigantea riguarda un bambino di 4 anni in Venezuela.
Tra gli altri “giganti” della stessa specie, la scolopendra heros che si trova generalmente in Nord America. Questa “variante” raggiunge i 20 centimetri e si ciba prevalentemente di piccoli roditori, anfibi e rettili. Nell’uomo il suo morso provoca gonfiore e dolore intenso che scompare in qualche ora. Nei casi più gravi, nausea, cefalea necrosi della parte ferita, insufficienza renale e infarto.
Gli esemplari più piccoli, invece, sono quelli della scolopendra oraniensis, che si trova anche nelle aree del Mediterraneo. Non supera i 10 centimetri.