Assergi, i b&b ai piedi del Gran Sasso pronti per il pienone

Assergi, in vacanza in montagna il distanziamento è assicurato. C’è ottimismo fra gli albergatori: “Ci aspettiamo mesi positivi, già evidenti i primi segni di ripresa”.
Ad Assergi, le strutture ricettive sul tetto dell’appennino, si preparano alla stagione estiva con tanto ottimismo e desiderio di lavorare a pieno ritmo dopo mesi di fermo.
“Stiamo ripartendo in questi giorni, arriva il primo via via di persone e le prenotazioni per l’estate” – così Peppe Baiocchetti al Capoluogo che, insieme ad Ermanno, gestisce Le Pagliare del Gran Sasso, bed and breakfast situato nella parte alta del centro storico di Assergi.

Con Peppe facciamo il punto dopo un lungo anno di restrizioni e regole ferree imposte dalla pandemia.
Com’è andata in questo anno passato a ritmo di decreti e chiusure?
“E’ andata decisamente male: abbiamo avuto pochissime visite anche da parte delle persone che viaggiano per lavoro. Purtroppo il flusso di gente che raggiungeva ad Assergi i laboratori del Gran Sasso si è ristretto di molto. Non abbiamo più avuto nemmeno i clienti fidelizzati che abitualmente soggiornavano da noi durante i periodi di lavoro nei vicini laboratori”.
Confronto tra pre-pandemia e anno della pandemia.
“Il 2019 è stato un anno ricco: l’indice di occupabililità registrato è stato del 75 per cento, vale a dire che tre quarti delle camere sono sempre state occupate per tutto l’anno. Nel 2020 gli incassi sono stati irrisori, salvo che per i due mesi estivi, luglio e agosto, in cui il periodo è stato buono grazie anche a un’Italia aperta e libera e abbiamo avuto un normale pienone, esattamente uguale a quello delle passate stagioni estive”.
Si intravedono segni di ripresa?
“Sì e li noto da questo piccolo inizio. Dopo un anno difficile abbiamo prenotazioni già in questo mese, ma guardiamo all’estate con ottime prospettive. La voglia di viaggiare è tornata, lo notiamo da Booking da cui arrivano varie prenotazioni e dai contatti ricevuti tramite sito”.
L’estate 2021, come quella passata, sarà sicuramente caratterizzata dalle vacanze vicino casa e dalle mete lontano dalla folla, magari immersi nella natura.
“Esattamente. Distanziamento sociale è la parola d’ordine. Fortunatamente la nostra struttura lo garantisce: ogni camera ha un proprio ingresso nelle camere e anche nella taverna adibita per la colazione l’ampiezza garantisce la distanza necessaria tra gli ospiti”.
L’Abruzzo piace, ma…
La destinazione Abruzzo piace ma, al momento, è impossibile fare previsioni sull’andamento della stagione turistica 2021 . Gli operatori del settore sperano però in una buona e stabile ripresa. “Le insicurezze del ritmo del programma vaccinale – afferma Giammarco Giovannelli, presidente Federalberghi Abruzzo – rendono anche le richieste relative alle prenotazioni molto poco convinte a confermare, in quanto manca l’elemento certo e probabilmente anche quello relativo a questo aspetto non indifferente. Le persone che telefonano sono interessate al prodotto Abruzzo, ma quando è il momento di confermare rimandano. Qualche prenotazione c’è, ma non è sufficiente per avere un’idea di come potrà andare questa estate”.
“La destinazione Abruzzo – ribadisce il presidente di Federalberghi – piace e riscuote l’attenzione della domanda italiana e anche internazionale. Speriamo di essere messi in condizione di poter affrontare almeno una buona parte dell’estate. Siamo coscienti però che, purtroppo, in questa regione per la seconda annualità abbiamo perso tutto il fatturato relativo alle vacanze pasquali, ai ponti festivi successivi e anche alla stagione invernale tradizionale legata allo sci”.
“L’estate 2020 – ha sottolineato Giovannelli – è stata molto difficile, ansiosa e impegnativa per garantire la sicurezza e il rispetto delle normative riguardanti il distanziamento. E’ stata anche una stagione molto più corta, però, alla fine abbiamo assicurato un lavoro a diversi collaboratori e creato un po’ di fatturato anche per l’indotto e per noi stessi. Per quanto riguarda le presenze, rapportate ai giorni di apertura, nel 2020 sono state soddisfacenti, ma certamente non sufficienti per un’impresa turistica che non può vivere con 60 giorni di stagione”.