Le nuove stanze della poesia, Massimo Pasqualone

Massimo Pasqualone: il ritratto del poeta, professore e critico d’arte, per l’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.
Domenica 11 Ottobre 2020 Stefania Ortolano su Il Messaggero scrive: ”Un viaggio tra i vicoli del verso, alla ricerca di piccole storie dell’Abruzzo letterario.
E’ quello che il critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone intraprende nel suo libro edito da Teaternum “Nei Vicoli del verso”. Quasi duecento pagine nelle quali il professore ripercorre la storia della poesia dialettale abruzzese, con aneddoti, curiosità e riferimenti ad una lunga serie di premi di poesia dialettale che hanno fatto la storia della letteratura regionale.
E’ così che Vacri, Ripa Teatina, San Giovanni Lipioni, Canosa Sannita, Moscufo, Pianella, Celenza sul Trigno, Castel Frentano, Tollo, Guardiagrele, Filetto, Casalincontrada – dove l’autore ha partecipato in qualità di presidente di giuria o di poeta dialettale – diventano i luoghi del verso.
Nell’introduzione al libro lo stesso Massimo Pasqualone infatti scrive: “Nel mio ormai trentennale girovagare per l’Abruzzo della letteratura, ho sentito l’esigenza di dare vita ad un quaderno nel quale raccogliere le innumerevoli esperienze di ricerca di poesia e di poeti, di premi e di premiati, nei vicoli del verso, per costruire una piccola geostoria dell’Abruzzo letterario, senza nessuna pretesa di esaustività né di completezza. A mo’ di diario di bordo, il viaggio si fa emozionale, sul filo del ricordo per lasciare testimonianza di quello che è, perché è stato, e di quello che non è più, ma è stato”.
La copertina del volume è stata disegnata ad Antonio Zenadocchio, la prefazione scritta da Filomena Grasso.
“Numerosi vicoli del verso – osserva l’autore – sono caduti nel dimenticatoio troppo presto, non ci sono più; altri, seppur cancellati dalla storia, sopravvivono nelle pubblicazioni delle proloco, delle associazioni culturali, dei comuni, a volte semplicemente ciclostilati o fotocopiati, persino scritti a mano, in un tempo che sembra preistoria, ma che ci propone ancora materiale di approfondimento meraviglioso, come può essere una sera di maggio o di settembre, al termine dell’evento letterario stesso”.

Oltre a tracciare una storia della poesia dialettale abruzzese, il nuovo libro di Pasqualone analizza diversi poeti viventi come Franco Narducci, Vinia Mantini, Fernando D’Annunzio, Pietro Assetta, Luciano Flamminio, Ireneo Gabriele Recchia, Concezio Del Principio, Gabriele Di Giorgio, i fratelli Coccione, Remo Di Leonardo. Massimo Pasqualone è un insegnante di Lettere con all’attivo oltre quattrocento pubblicazioni, i suoi testi critici sono stati tradotti anche in polacco, francese, inglese, arabo, portoghese.
Poeta, professore universitario, critico d’arte di altissimo livello, Massimo Pasqualone opera a livello internazionale seguendo artisti, proponendo mostre, creando eventi culturali unici ed indimenticabili.
Fine oratore, attento curatore di mostre, stretto collaboratore di Vittorio Sgarbi, Pasqualone rappresenta la critica emergente, quella che sta già raccontando il futuro dell’arte.
In una intervista a L’Ancora on line alla domanda “Perché l’artista crea? Perchè il poeta o lo scrittore affidano ad un foglio i propri pensieri?
Pasqualone dice: Tutti gli artisti vivono il tempo dell’inquietudine e la manifestano nei modi più diversi, sul foglio, sulla tela, sul legno, con la creta ecc, cercando di condividere le emozioni che la loro profonda sensibilità sedimenta nell’anima. La creatività è sostanzialmente questo: attinge dal serbatoio emozionale dell’anima, divenire, come Ungaretti dice, palombaro dello spirito.
L’artista vive il tempo dell’arte come necessità, come luogo della possibilità di vivere, attraverso le emozioni cromatiche o le peripezie strofiche, quel di più che solo l’artista, il vero artista, sa dare alla comunità dei più, troppo superficiale per vivere questi attimi, poco attenta all’urlo che viene dal silenzio dell’anima, per un tempo senza tempo ed uno spazio senza spazio.
Un biglietto da visita questo viaggio all’interno dell’Abruzzo letterario che si pone come un biglietto da visita della vita culturale nella regione. Una delle tante espressioni appunto di quella vita culturale che fa riferimento alla poesia e alla poesia in dialetto come fonte di continuo rinnovamento, sempre in cammino in un presente che si fa presto futuro con il cuore di un passato sempre prossimo e sempre in divenire.