Bosco diffuso: i Carabinieri a Castel di Sangro per la biodiversità

Un bosco diffuso a Castel di Sangro per tutelare le biodiversità è stato piantato dai Carabinieri e dai ragazzi della scuola media.
I Carabinieri hanno piantato un primo nucleo del bosco diffuso insieme ai ragazzi della scuola media di Castel di Sangro e alla presenza del sindaco, e presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso.
Durante l’evento i ragazzi hanno partecipato attivamente alla piantagione di numerosi alberelli di faggio, agrifoglio, acero, sorbo, sanguinello e pero corvino.
Hanno partecipato attivamente anche i volontari in servizio presso il Reparto Carabinieri Biodiversità, undici ragazzi tra i 20 e i 25 anni operativi nell’ambito del progetto LIFE ESC360 (monitoraggio della biodiversità nelle Riserve Statali comprese nelle aree della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea), coinvolgendo gli alunni delle scuole in divertenti e istruttivi giochi di riconoscimento dei frutti delle specie piantate e del loro ruolo ecologico nella successione naturale che porta dalla colonizzazione da parte dalle specie pioniere alla stabilizzazione di quelle caratteristiche del un bosco maturo.

L’iniziativa, in corso in tutta Italia da parte dei 28 Reparti Carabinieri Biodiversità, si inquadra nel progetto nazionale di educazione ambientale “Un albero per il futuro – crea il bosco diffuso”, volto alla costituzione di centinaia di piccoli nuclei di foreste autoctone, la cui posizione potrà essere visualizzata tramite un’apposita applicazione, che consentirà anche di verificare in tempo reale il loro contributo all’assorbimento di CO2 da parte della biosfera.
I piccoli boschetti sono costituiti esclusivamente da specie autoctone, in modo da fornire un esempio della composizione specifica degli habitat forestali presenti nelle relative zone di pertinenza, e saranno successivamente accuditi direttamente dai ragazzi coinvolti nell’iniziativa, che potranno così veder crescere il “bosco diffuso” parallelamente alla loro crescita personale.
L’habitat che è stato ricostituito a Castel di Sangro, protetto anche a livello europeo dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, è la faggeta mesofila con agrifoglio: si tratta di un habitat che deve essere strettamente tutelato, anche perché giudicato in stato di conservazione cattivo e in peggioramento in base all’ultimo Rapporto del Ministero per la Transizione Ecologica e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.