Reithera, perché lo stop al vaccino italiano: fase 2 non a rischio

Vaccino italiano Reithera, a una settimana dal blocco del finanziamento, la Corte dei Conti ha pubblicato le motivazioni. Servono finanziamenti per la fase 3
Con 100 milioni di dosi di vaccino Reithera, l’Italia potrà essere autosufficiente sul fronte della campagna vaccinale. Lo aveva assicurato Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma. La situazione, però, è cambiata all’improvviso, con la Corte dei Conti che ha bloccato il decreto che attiva i fondi per l’azienda biotecnologica, mettendo in subbuglio la comunità scientifica che, ormai, contava sulla disponibilità e sull’azione del vaccino italiano.
La Corte dei Conti, una settimana dopo la decisione di non registrare il decreto che prevedeva il finanziamento del vaccino, ha pubblicato le motivazioni alla base della decisione.
“L’assenza di un valido e sufficiente investimento produttivo, ai sensi degli artt. 5, 14 e 15 del D.M. 9 dicembre 2014, non ha consentito di ammettere al visto di legittimità l’atto in esame”.
La sezione ha ritenuto il progetto di investimento proposto inconciliabile con la condizione posta dall’art. 15, comma 1, del DM 9 dicembre 2014, secondo cui le spese sono ammissibili ‘nella misura necessaria alle finalità del progetto oggetto della richiesta di agevolazioni’ e non, come invece risulta dal progetto presentato, per le finalità generali.
La decisione dello stop non avrà conseguenze sulla Fase II, mentre per lo svolgimento della fase III – in mancanza di intervento da parte del governo – Reithera cercherà fonti di finanziamento alternative.