Walter Di Bastiano, dalla congiuntivite agli occhi affaticati: prevenire anche ai tempi del Covid

Dalle congiuntiviti ‘Covid’, alla prevenzione. Come stanno gli occhi dei più piccoli tra dad e lockdown? Lo abbiamo chiesto al dottor Walter Di Bastiano.
Dopo la pensione, il dottor Walter Di Bastiano non si è fermato. Punto di riferimento nel panorama oculistico marsicano, il dottore continua a ricevere privatamente e ad esercitare attività chirurgica alla Clinica Di Lorenzo, dove, in pochi mesi sono stati raggiunti circa 100 interventi.
“La nostra è un’organizzazione ottimale, basata su un rigido protocollo anti Covid. Il paziente che deve subire un intervento chirurgico agli occhi prima viene sottoposto a tampone. Quindi, l’intervento viene effettuato in day hospital, quando possibile, senza ricorrere al ricovero in un momento complesso dal punto di vista sanitario. Ovviamente – ci spiega Di Bastiano – ci aspettiamo un rallentamento del virus, in modo tale da poter incrementare ulteriormente l’attività svolta”.

Attività oculistica e Covid19: il primo allarme arrivato dalle congiuntiviti
“L’occhio è una via di trasmissione del Covid19, anche se non comune. Il primo a segnalare il rischio era stato l’oculista cinese Li Wenliang: il quale si era accorto di alcune congiuntiviti particolarmente aggressive, scoprendo che fossero virali e avvertendo che ci fosse una stretta correlazione tra queste congiuntiviti e la comparsa della sintomatologia legata al Covid19. Poi, lui fu messo a tacere e arrestato in Cina. Fino a quando è deceduto, dopo aver sviluppato il contagio al virus e la conseguente complicazione del suo quadro clinico. A lui va comunque riconosciuto l’aver evidenziato l’esistenza di un virus particolarmente contagioso, mettendo in relazione un possibile contagio per via oculare“.
È importante, quindi, fare attenzione alle patologie infiammatorie dell’occhio, in particolare alla congiuntivite.
“I segnali che possono far pensare a una congiuntivite sono: l’occhio rosso o la sensazione di corpi estranei nell’occhio, associata in molti casi ad un’infezione batterica. Ovviamente la congiuntivite va attentamente valutata, poiché non bisogna allarmarsi, né bisogna pensare che ogni congiuntivite sia spia del Covid19. Siamo anche in primavera inoltrata e ci sono tutta una serie di allergie e fastidi che colpiscono le vie oculari. In presenza di qualche sintomo, tuttavia, è consigliabile sottoposti a controlli”, continua Di Bastiano ascoltato dalla nostra redazione.
Si è parlato, tra le altre cose, di conseguenze da lockdown sulla miopia dei più piccoli. A tal proposito Di Bastiano evidenzia come non ci siano evidenze scientifiche che testimonino specifici dati di peggioramento nella miopia giovanile. Sottolinea però, al contempo, come i cambiamenti imposti dalla pandemia abbiano portato ad un eccessivo utilizzo ravvicinato dei numerosi dispositivi tecnologici, con conseguente affaticamento dell’occhio.
“Il lockdown ha cambiato le abitudini di tutti, portando i ragazzi a ritrovarsi tanto tempo dentro casa. Di conseguenza è aumentato il tempo speso dai giovani davanti a tv, tablet e dispositivi vari: fatto che comporta inevitabilmente un affaticamento visivo; dovuto soprattutto a un eccessivo utilizzo di questi mezzi a una distanza ravvicinata. La situazione ha portato, probabilmente, ad evidenziare maggiormente questi difetti, prima in molti casi non diagnosticati, oltre a determinare – da parte del bambino – un isolamento. Pertinenza, quest’ultima, non di primaria competenza oculistica”.
Spesso, ad esempio, accade che alcuni difetti di vista non vengano a galla, ma gli stessi possono emergere in situazioni in cui l’occhio è sottoposto ad affaticamento. Un contesto verificatosi frequentemente ai tempi della pandemia.
“Il genitore può accorgersi di questi difetti alla vista, anche piccoli, da determinati segnali e sintomi: cefalea, mal di testa, sbattere gli occhi continuamente perché affaticati. Tutta una serie di fattori da non sottovalutare. Soprattutto per i bambini che, a prescindere dal momento Covid, devono sostenere una visita oculistica entro i 3 anni e prima di iniziare la scuola. Visita che fa parte di un normale processo di prevenzione delle malattie visive, portando a determinare eventuali problemi e a scongiurare l’insorgenza di conseguenze più serie”.
Tra le patologie che si possono scoprire semplicemente grazie ad una visita oculistica nei bambini c’è, ad esempio, l’occhio pigro. “L’occhio che viene utilizzato meno dal bambino, a causa di un difetto visivo che lo caratterizza. Un problema che non emerge se non attraverso una visita dall’oculista. Da precisare che l’occhio pigro va curato nei primi 7/8 anni di vita. Se, invece, viene diagnosticato tardi sarà difficile riabilitarlo, causando di conseguenza una disabilità visiva che potrebbe pregiudicare diversi aspetti della vita del bambino”.