Giovanni Brusca torna libero dopo 25 anni di carcere

Giovanni Brusca è un uomo libero. L’autore della strage di Capaci, mentre era detenuto a L’Aquila, aveva ottenuto già ottenuto dei permessi premio.
Un “esito annunciato” previsto dalla legge per i collaboratori di giustizia come Giovanni Brusca. Ma la notizia ha comunque sconvolto l’Italia, considerata la caratura criminale dell’ex fedelissimo di Totò Riina, conosciuto per la sua ferocia con l’appellativo di “scannacristiani”.
Giovanni brusca è stato detenuto anche a L’Aquila dove aveva ottenuto ore di permesso premio (dopo aver deciso di aderire al programma di collaborazione con la giustizia), per incontrarsi con la moglie ed il figlio in un albergo in centro.
La scarcerazione del boss di San Giuseppe Jato ha suscitato comunque in queste ore le reazioni più critiche.
Va ricordato che Brusca ha confessato centinaia di delitti; prima di Falcone c’era stato l’attentato al giudice Rocco Chinnici. Per la strage di Capaci era stato condannato a 27 anni di reclusione.
Tra i delitti più feroci sicuramente va ricordato l’omicidio del piccolo Giovanni Di Matteo, figlio di Santino, ex mafioso e collaboratore di giustizia, che venne rapito, torturato e infine sciolto nell’acido.
Adesso sono stati semplicemente applicati i benefici previsti per i collaboratori “affidabili”. Se ne era già tenuto conto nel calcolo delle condanne che complessivamente arrivano a 26 anni.
Siccome il boss era stato arrestato nel 1996 nel suo covo in provincia di Agrigento, sarebbe stato scarcerato nel 2022. Ma la pena si è ancora accorciata per la “buona condotta” dopo che gli erano stati concessi alcuni giorni premio di libertà. Gli ultimi calcoli prevedevano la scarcerazione a ottobre.
Giovanni Brusca libero: il commento di Maria Falcone
Maria Falcone: “Brusca libero mi addolora ma legge va rispettata. Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso”. Commenta così Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone.
“La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”.