Appalto Salesiani, assolti Roberto Riga e Massimo Mancini

Appalto ricostruzione Oratorio Salesiani: assolti con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, l’ex vice sindaco Roberto Riga e gli imprenditori Massimo Mancini e Sandro Martini.
Assolti con formula piena perché“il fatto non sussiste”. Riga e Mancini erano stati rinviati a giudizio nel 2017, dal Gup del Tribunale dell’Aquila, con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sull’affidamento dell’appalto dell’oratorio salesiano, scattata nel 2013/2014.
Una lunga fase dibattimentale, con l’ascolto di numerosi testimoni nell’ambito del procedimento, che aveva visto gli imputati Roberto Riga e Massimo Mancini scontare anche 15 giorni di domiciliari, con l’arresto a fine 2015.
A processo erano andati anche gli imprenditori aquilani Sandro Martini e Simone Lorenzini, con quest’ultimo derubricato già da qualche tempo.
Riga, Mancini e Martini sono stati assolti con formula piena per i reati di corruzione dal Tribunale dell’Aquila, in composizione collegiale. Due erano i capi di imputazione – per corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio – per l’ex vice sindaco: uno con Mancini, ai tempi anche vice presidente dell’Aquila Calcio, e l’altro con Sandro Martini.
Secondo l’accusa Riga si sarebbe adoperato affinché l’appalto per la ristrutturazione dell’oratorio dei Salesiani a L’Aquila – struttura edificata nel 1932 – andasse alla ditta di Massimo Mancini. L’imprenditore, in cambio, avrebbe affittato per ben 12 anni un’abitazione di proprietà di Riga a un prezzo superiore rispetto ai canoni standard del mercato.
Accuse smontate dalla Difesa e assoluzioni con formula piena. “Abbiamo dimostrato la regolarità del procedimento nell’ambito dell’affidamento. Si è trattato di una procedura legittima, tra l’altro approvata dall’allora consiglio comunale”, spiega l’avvocato Bontempo alla redazione del Capoluogo.
Roberto Riga era difeso dagli avvocati Luciano Bontempo e Nevio Carugno, Massimo Mancini dai legali Luca Marafioti e Dario Visconti, mentre Sandro Martini era difeso dall’avvocato Tommaso Navarra, del Foro di Teramo.