Roberto Testa non è più direttore generale Asl1: revocato l’incarico

21 giugno 2021 | 21:13
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Roberto Testa non è più direttore generale Asl1: revocato l’incarico

Roberto Testa non è più direttore generale della Asl L’Aquila – Sulmona – Avezzano. Al suo posto, il dottor Ferdinando Romano.

La notizia era nell’aria già da tempo, viste le critiche sull’operato di Testa, in particolare, in merito a diversi risultati giudicati negativi, soprattutto nella gestione dell’emergenza covid.

Nella riunione di giunta regionale tenutasi oggi, la decisione di rimuovere il manager Testa, dal 2019 a capo della Asl aquilana. Peraltro, nel corso della stessa riunione, si è proceduto alla nomina non di un commissario – ipotesi più volte circolata negli ultimi giorni – ma direttamente di un nuovo direttore generale, nella persona di Ferdinando Romano “il cui nome rientra nella rosa di candidati, ancora vigente , tra cui era stato attinto il nominativo del precedente manager”. Così la nota ufficiale della Regione Abruzzo con la quale si comunica la revoca dell’incarico e la contestuale nuova nomina.

“Insufficiente capacità organizzativa per i tamponi e inadeguata gestione della campagna vaccinale” queste sono solo alcune delle contestazioni mosse all’ormai ex direttore generale della Asl1. Il procedimento per rimuovere Testa era partito direttamente dalla Regione Abruzzo.

Roberto Testa in bilico: tutte le contestazioni al Direttore Generale Asl1

Il documento che ha inchiodato Testa è datato 4 maggio 2021 ed è a firma dell’assessore regionale Nicoletta Verì e del Direttore del Dipartimento Sanità della Regione, Claudio D’Amario, con ad oggetto: “l’avvio del procedimento ex art.7 L241/1990 ed art.2 comma 5 D.Lgs 171/2016”.  Un procedimento volto alla “risoluzione del contratto di prestazione d’opera intellettuale” intercorrente tra Testa e l’amministrazione regionale per “atti assumibili alla responsabilità del Direttore Generale e per mancato esercizio della diligenza dovuta nell’esecuzione contrattuale”.

L’incarico di Testa sarebbe stato oggetto di una verifica di metà mandato, per la quale ci sarebbe stato tempo fino a dicembre 2021, quando le singole UOC avrebbero espresso le proprie valutazioni sull’operato del manager.

Verifica alla quale, però, il manager romano non è arrivato.