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Corsie Ciclabili L’Aquila, a luglio fine lavori per la Rete Mobilità d’Emergenza

23 giugno 2021 | 10:59
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Corsie Ciclabili L’Aquila, a luglio fine lavori per la Rete Mobilità d’Emergenza

17 chilometri di Rete di Mobilità d’Emergenza: all’Aquila arrivano le corsie ciclabili, un percorso alternativo per la mobilità sostenibile e condiviso con le auto. Tutti i dettagli

Con l’emergenza Covid L’Aquila si è dotata di una Rete di Mobilità di Emergenza, sfruttando i fondi del Decreto Ciclovie: un percorso di circa 17 km per favorire l’uso della bicicletta, in alternativa all’automobile e, al contempo, per alleggerire i mezzi pubblici ai tempi del virus.

“Non si tratta di una pista ciclabile, ma di un corridoio per la mobilità alternativa, uno strumento per sensibilizzare gli automobilisti alla presenza, sempre più numerosa, di ciclisti. Un modo per tutelare i più deboli, cioè coloro che si muovono in bici o con monopattino, ricordando agli automobilisti che quello spazio è condiviso.

Lo ha ribadito questa mattina l’assessore comunale alla Mobilità, Carla Mannetti, illustrando in conferenza stampa i dettagli della Rete della mobilità di emergenza, che sta sorgendo in città con la realizzazione di segnaletica orizzontale e l’installazione di quella verticale, che si estende per circa 13,5 chilometri.

L’obiettivo dell’intervento – ha aggiunto l’assessore, affiancata dall’ingegnere Fabrizio De Carolis, mobility manager, e Sandro Tosone, direttore dei lavori – è anche quello di incentivare i cittadini all’uso delle due ruote in alternativa all’auto e sensibilizzare gli automobilisti verso chi si muove in bicicletta o in monopattino.  Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Davide Signorile, dell’azienda Eco Traffic che sta realizzando la segnaletica, e Massimiliano Barberio, coordinatore della sicurezza dei lavori.

L’intervento, previsto nel Piano di azione per la mobilità urbana post-Covid, finanziato con fondi dedicati (il cosiddetto decreto ciclovie) per circa 246mila euro, si concluderà nelle prossime settimane ed è il preludio alla rete costituita da piste ciclabili di carattere sia turistico che di collegamento delle varie frazionicon il centro storico,per complessivi 90 chilometri: un ambizioso piano da 20 milioni di euro già in parte finanziato, denominato “Biciplan”.

La rete della mobilità di emergenza prevede la realizzazione di una serie di corsie ciclabili continue ricavate sulla sede stradale, costituita da un asse principale di collegamento e attraversamento della città dal Terminal di Collemaggio fino all’ospedale San Salvatore e Polo universitario di Coppito e da una rete secondaria di collegamento della dorsale, passando all’interno del centro storico della città, con il polo scolastico di Colle Sapone (connettendo anche il Polo universitario nei pressi dell’ex San Salvatore).

La segnaletica orizzontale è gialla di cantiere per identificare la temporaneità dell’opera, con strisce discontinue per segnalare la promiscuità con la viabilità carrabile; in corrispondenza di Via Pasquale Ficara, sarà invece installato un cordolo per piste ciclabili con paletti dissuasori che delimitano la larghezza della corsia per velocipedi, realizzando, così, una pista ciclabile esclusiva a doppio senso di marcia.

Gli attraversamenti ciclabili, le linee di arresto, i simboli e altri segni sulla carreggiata, sono realizzati nel rispetto di quanto disposto dal vigente Codice della Strada.

I lavori per le corsie ciclabili sono partiti da qualche settimana e sono stati accompagnati da numerose polemiche via social, registrate dal Capoluogo. Una prima illustrazione del progetto c’era stata lo scorso novembre: i lavori avrebbero dovuto concludersi in primavera, Covid e meteo permettendo. Questa mattina, come ha spiegato l’assessore alla Mobilità Carla Mannetti, nell’incontro con la stampa, la Rete di Mobilità d’Emergenza sarà, tuttavia, “conclusa entro fine luglio”. 

Rete di mobilità d’emergenza a L’Aquila, 20 km di pista ciclabile

“La rete della mobilità di emergenza”, ha spiegato infine l’assessore Mannetti, “nasce da alcune considerazioni di carattere non certo locale: la micromobilità e i ciclisti aumentano, con essi aumenta la sensibilità verso l’importanza di mezzi di trasporto alternativi; la valorizzazione del centro storico è un aspetto imprescindibile, soprattutto considerando che nel nostro bisogna ancora convivere con decine di cantieri; per questi motivi tutelare i più deboli, che sono ciclisti e pedoni, ricordando che la strada è uno spazio condiviso, in cui però nessuno rinuncia a nulla ma si chiede solo maggiore attenzione agli automobilisti, è essenziale”.

“Se si perdono cinque minuti per dare la precedenza a chi va in bici, che comunque è un obbligo sancito dal Codice della Strada, non credo sia un problema”, ha concluso l’assessore.