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Elezioni L’Aquila, Americo Di Benedetto: “Il casco per il fuoco amico”

L'AQUILA - Elezioni comunali, l'intervista ad Americo Di Benedetto: "Nessuna concessione agli errori del passato". E sull'endorsement di Pietrucci: "Per quello ho messo il casco".

L’AQUILA – Elezioni comunali, l’intervista ad Americo Di Benedetto: “Nessuna concessione agli errori del passato”. E sull’endorsement di Pietrucci: “Per quello ho messo il casco”.

Un Americo Di Benedetto “col casco“, fermamente votato alla prudenza, quello che al microfono del Capoluogo.it non “mette a manetta” l’acceleratore della candidatura a sindaco per le amministrative 2022 a L’Aquila, ma sottolinea: “Al momento sono ancora tante le valutazioni da fare da qui ai primi dell’autunno, quando si dovrà capire qual è la strada migliore per poter costruire una proposta di governo per la città”.

E per quanto riguarda la battuta del casco, il riferimento è alla “prudenza rispetto a quello che accade, con l’attenzione sui possibili candidati piuttosto che sulla proposta per la città. Una cosa è certa, per arrivare a governare la città bisogna essere altamente competitivi, avere idee chiare e grandi capacità amministrative. Il Passo Possibile lavora nel suo campo, ben definito, facendo tutta una serie di valutazioni indispensabili per costruire una proposta credibile e adeguata, senza farsi prendere da facili entusiasmi e cercando trasmettere il messaggio per cui non c’è alcuna concessione alla ripetizione degli errori del passato. E vedremo quindi quale sarà la strada migliore per esprimere tutto questo”. Prudenza, quindi, ma anche fermezza: “Bisogna lavorare affinché non si ripetano le disfunzioni che si sono create 4 anni fa, che sono state ampie e dovrebbero essere state d’insegnamento. Per questo su ogni cosa cerco di andare coi piedi di piombo. Poi si vedrà”.

Casco in testa, ma – come Ulisse nell’attraversare indenne il tratto verso l’Isola delle Sirene – anche con tappi di cera alle orecchie. Rispetto al recente endorsement di Pierpaolo Pietrucci, infatti, sorride: “In maniera simpatica potrei dire che lo fece anche l’altra volta, prima delle primarie, per questo il casco è d’obbligo, ma credo che anche abbia imparato la lezione. Il lavoro della prospettiva non è mai del singolo, conta la qualità della vicinanza politica, perciò parlo del Passo Possibile e devo rendere conto innanzitutto a chi ha speso vicinanza e mia ha protetto in un periodo difficile. Con loro si deciderà il percorso, per poi passare ad altre valutazioni”. Ma per Di Benedetto non è una questione “personale”: “La sconfitta fa danno a tutti, ma finché danneggia la prospettiva del singolo ci può anche stare, ma se il danno lo si fa negando alla città un modo diverso di essere governata allora le responsabilità sono molto più ampie”.

Il rapporto con il PD comunque non è compromesso: “L’uscita dal Partito Democratico si è resa necessaria nel momento in cui non potevo più lavorare alla politica che amo fare e che amano coloro che mi sono vicini; i rapporti politici, non quelli personali, erano arrivati ai minimi termini, per cui noi oggi siamo in un campo diverso”. Un campo diverso che però è “alternativo a chi governa la città, quindi figuriamoci se può essere ostile a chi fa opposizione con noi. Il ragionamento però è articolato rispetto a che tipo di percorsi fare”.

Percorsi che dovranno essere valutati “con correttezza e rispetto reciproco, senza dinamiche di pancia”, anche perché “è chiaro che L’Aquila sarà determinate anche per il futuro della Regione; vincere le elezioni nel capoluogo significa togliere un tassello importante al centrodestra, anche in prospettiva regionale, ma bisogna capire quali sono le condizioni per dare altro governo alla città”.

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