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Dry needling, a L’Aquila la fibromialgia si cura con un ago a secco

Dry needling: curare la fibromialiga con un ago, senza medicine. La nuova tecnica e i risultati ottenuti a L'Aquila, nell'intervista del Capoluogo al dottore Pierfrancesco Fusco.

Il dry needling (o puntura con ago a secco) è una terapia che si applica nel trattamento del dolore cronico tipico di patologie come la fibromialgia.

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Il dry needling viene effettuato a L’Aquila all’ospedale San Salvatore dal dottore Pierfrancesco Fusco, anestesista, e operante presso il reparto di terapia del dolore, per curare alcune patologie come la fibrimialgia, alcune forme di artrite, patologie legate alle cefalee, ai dolori dorsali, lombagie, mal di schiena, lombosciatalgia.

dry needling

La fibromialgia è una patologia che affligge milioni di persone senza cure apparenti davvero efficaci. Poco conosciuta, da molti prima della diagnosi viene scambiata per stanchezza. Adesso, a L’Aquila, si sta cercando di alleviare le sofferenze dei pazienti con questa nuova tecnica.

“Con il dry needling vengono disattivati i trigger points (punti di innesco) miofasciali, responsabili di tensioni e contratture muscolari che limitano i movimenti e causano dolore”, spiega al Capoluogo il dottore Pierfrancesco Fusco.

Ovviamente, spesso non si può ricorrere solo al Dryneeddling. “In alcuni casi e con alcune patologie, dobbiamo comunque affiancare anche terapie, anche farmacologiche, ma i risultati in ogni caso sono comunque molto soddisfacenti”.

Il termine dry needling si riferisce al fatto che, nel trattamento del dolore e delle disfunzioni miofasciali, vengono utilizzati aghi sterili e monouso senza la somministrazione di alcun medicinale. Il Dry Needling trae le sue origini dall’osservazione clinica e da alcuni studi sul trattamento infiltrativo dei trigger points che nel tempo hanno evidenziato come il rilassamento non dipendesse tanto dalle sostanze iniettate, ma dall’accuratezza con cui venivano inseriti gli aghi nell’area interessa dal dolore.

Come funziona il dry needling ?

“Nei muscoli contratti per vari tipi si formano dei ‘nodi’ il cui termine tecnico è trigger points. Si inserisce l’ago, senza nessun medicinale e quando si va a toccare all’interno dei muscoli, i ‘nodi’si slegano e la fibra muscolare riprende la sua funzionalità”.

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La stimolazione diretta e puntuale del trigger Point, in sostanza, “Produce una contrazione rapida e involontaria conosciuta come ‘segno di sussulto’ che viene spesso descritto dal paziente come ‘un male che fa bene’, ed è seguito da una sensazione di rilassamento”.

Esistono due tecniche principali di dry needling: la stimolazione intramuscolare (IMS) e il dry needling superficiale (SDN). Entrambe vengono utilizzate a L’Aquila per trattare diverse pattuglie, tra cui la fibromialgia.

L’IMS prevede che l’ago venga inserito direttamente nel Trigger Point. “Questa stimolazione provoca un sussulto locale, conosciuto come Local Twitch Response. In conseguenza viene spesso riportata dai pazienti una sensazione di rilassamento, segno che è stato trattato il punto giusto”.

Nel SDN invece gli aghi vengono inseriti in direzione obliqua e superficialmente, a una profondità media di 3-4 mm nell’area direttamente soprastante il Trigger Point. “Così facendo vengono attivati alcuni riflessi spinali responsabili dell’inibizione del dolore, grazie anche all’attivazione di circuiti spinali e corticali“.

Per i muscoli profondi, dove non si riesce ad arrivare con l’ago, “otteniamo dei buoni risultati grazie all’ecografo e a tutte le arie tecniche messe a punto negli ultimi anni che rendono il reparto di Terapia del dolore dell’Aquila una vera eccellenza italiana”.

dry needling

Dry needling: da non confondere con l’agopuntura

Sebbene gli aghi utilizzati siano gli stessi utilizzati nell’agopuntura, i due approcci si differenziano. “Con il Dry Needling ci si propone di trattare in modo specifico i Trigger Point precedentemente diagnosticati all’interno dei muscoli, con l’obiettivo di facilitare il rilassamento sia dei muscoli che della fascia. Questo non avviene nella pratica dell’agopuntura secondo cui, a seconda degli obiettivi da raggiungere, vengono trattati punti diversi all’interno di vari tipi di tessuto”.

“Ovviamente non abbiamo in mano la panacea di tutti i mali o la soluzione a ogni problema. La tecnica va valutata caso per caso. In particolare per la fibromialgia è l’arma in questo momento in nostro possesso più efficace. Aiuta i pazienti a vivere meglio, recuperando serenità e soprattutto funzionalità muscolare“.

Per provare questa tecnica, bisogna rivolgersi al Cup del San Salvatore e prenotare una visita presso l’unità di terapia del dolore.

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