Discoteche, slitta la riapertura: gestori pronti alla disobbedienza civile

Slitta la riapertura delle discoteche: per i gestori dei locali, “Questo ha il sapore dell’accanimento”. Sul piede di guerra vogliono aprire il 10 luglio.
Diversi i gestori delle discoteche di tutta Italia sul piede di guerra, intenzionati ad aprire comunque per protesta il 10 luglio.

L’ipotesi di tenere aperte le discoteche solo per i servizi di bar e ristorazione e senza la possibilità di ballare ha già provocato una rivolta nel settore, che chiede di poter tornare a lavorare, rivendicando di poterlo fare in sicurezza.

“Sarebbe come andare al ristorante e non poter mangiare o andare in chiesa e non poter pregare”, ha commentato Giancarlino Bornigia, socio della storica discoteca romana Piper e delegato per il Lazio di Assointrattenimento, che riunisce un migliaio di locali notturni in tutta Italia.
Secondo fonti di governo, la questione legata ai locali notturni e alla riapertura sarebbe stata affrontata a margine del Consiglio dei ministri, ma non si sarebbe arrivati a una decisione definitiva.

Come riporta Tgcom, sul tavolo dell’esecutivo ci sarebbe la possibilità di riconoscere delle risorse per le mancate entrate subite dall’intero settore fino ad ora.
Sulla riapertura delle discoteche in Italia anche la scienza si divide. Nonostante il via libera del Cts, non c’è ancora una data certa per il settore.
“Dobbiamo metterci d’accordo, se diciamo che il vaccino serve e il green pass funziona, allora dobbiamo utilizzarli anche per far funzionare le attività. Io spero che su questo ci sia una responsabilità da parte di tutti per continuare ad avere una linea di coerenza”, dice il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga a ‘SkyTg24‘ sottolineando che con “il green pass e le regole si può andare nella direzione” di riaprire le discoteche. La decisione però slitta e anche tra gli esperti non c’è una posizione univoca.
Ricciardi: “Le discoteche riapriranno solo con controlli rigorosi”
Secondo il consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi, le discoteche “sono ambienti tipicamente pericolosi con un virus che si diffonde per via respiratoria, tanto più con una variante così contagiosa. Bastano pochi secondi per essere contagiati. Le discoteche potranno riaprire solo quando verrà disposto un controllo rigorosissimo con accesso consentito solo a chi è vaccinato, chi ha già avuto il Covid o chi è certamente negativo al tampone”. “Appena entra un infetto in una discoteca e ci sono soggetti suscettibili, è sicura la trasmissione“, avverte Ricciardi.
Bassetti: “Un errore ritardare apertura”
Diversa l’opinione di Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. “Il fatto che si ritardi l’apertura delle discoteche è un errore, saremo l’unico paese in cui rimangono chiuse. E’ inevitabile che poi i ragazzi vadano a divertirsi nei locali in Spagna, Grecia e Francia. E’ una penalizzazione”, dice Bassetti all’Adnkronos Salute.
“Poi -aggiunge- non è che i ragazzi non si divertono se le discoteche sono chiuse, ma lo fanno in altri luoghi come bar, spiagge e case private. Dove non ci sono controlli. È il solito problema italiano dove preferiamo, come dire, vietare una cosa sapendo bene che avviene e poi non andiamo a controllare. Così non abbiamo risolto il problema“.
“Il protocollo per entrare in discoteca con il green pass o il tampone negativo nelle precedenti 48 ore permette di avere delle garanzie – ricorda Bassetti -. Le discoteche possono riaprire in assoluta sicurezza, si sta facendo un allarmismo sbagliato sulla variante Delta che non serve assolutamente in questo momento”.
Mastroianni: “Rischio focolai, riaprire solo locali all’aperto”
Le discoteche “non dico che non debbano riaprire ma occorre farlo rispettando criteri molto rigidi e precisi. Questo perché se il locale è affollato e c’è un positivo sfuggito ai controlli, magari contagiato dalla variante Delta, rischiamo un focolaio. Ricordiamoci quello che è accaduto ad agosto 2020 in Sardegna. Quindi sì a riapertura dei locali, solo quelli all’aperto, ma con il green pass o con tampone negativo nelle 24-48 ore prima”, è il parere di Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma.
Pregliasco: “Slitta la riapertura delle discoteche? Sono d’accordo”
Il virologo Fabrizio Pregliasco, invece, si dice “sicuramente d’accordo” con l’ipotesi di far slittare l’apertura delle discoteche. “Io non sono un ‘discotecaro’ ma mi rendo conto della sofferenza di quelle strutture, che però rappresentano l’esempio di facilitazione della diffusione del virus nel momento in cui è fatta come la conosciamo e come ci piace. Questo è il punto. Io credo – aggiunge il virologo – che debba essere importante anche un Green pass ben strutturato perché per esempio l’anno scorso mi risulta che la gente dava numeri di telefoni cellulari sbagliati volutamente. Quindi se è tutto fatto così…”.
Galli: “Con controlli veri vanno riaperte”
“Se il governo e le autorità locali sono in grado di garantire l’apertura e fare in modo che questa avvenga con le dovute precauzioni, facendo applicare le regole come si deve, allora il punto può essere superato” e le discoteche possono riaprire, dice Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
“Fare applicare le regole come si deve – sottolinea Galli – vuol dire con un pass vaccinale o ancora meglio con una valutazione del tampone all’ingresso o comunque nell’arco delle ore immediatamente precedenti. Il punto è che i controlli poi ci siano effettivamente perché altrimenti direi che il gioco diventa insostenibile. Mi permetto di dire questa cosa perché sennò siamo sempre alle solite, ci si gira attorno e non si risolve“.
“Il fatto che ci sia aperto tutto il resto e le discoteche rimangano chiuse – sottolinea – sposta poco perché poi le persone finiscono per andare a fare i comodi loro altrove. E se la gente non va in discoteca ma balla in casa o partecipa ad aggregazioni più o meno improvvisate in giro, non abbiamo una sostanziale modificazione della portata del problema”.
Discoteche ancora chiuse: gestori pronti alla disobbedienza civile
“Aprire lo stesso il 10 luglio, tutti insieme. Come azione di protesta e di disobbedienza civile. E intanto, un presidio permanente da oggi pomeriggio davanti a Palazzo Chigi”. Così il gestore del Circolo degli Illuminati, l’ex Classico di via Libetta a Roma nel rione Testaccio, Alessandro Asoli.
“In tutto il Paese ci sono i lidi che con la scusa del baretto mettono qualche musichetta. E riempiono le spiagge di gente che si affolla e che balla; lo stesso nelle piazze. Mentre noi discoteche, forniti di licenze, piani di evacuazione, estintori, personale di primo soccorso, sicurezza, telecamere di sorveglianza, siamo costretti a rimanere chiusi quando tutti gli altri aprono – protesa Asoli – Ecco perché, con il sì o il no del governo, noi il 10 luglio apriremo: basta aspettare!”.
Pronti ad aprire il 10 luglio in segno di protesta
“Tra l’altro, essendo estate, parliamo di discoteche all’aperto, non di seminterrati”, aggiunge il gestore del circolo degli Illuminati.
“Così si ottiene solo di dar modo agli abusivi di fare il mestiere che noi esercitiamo con professionalità”. Rinviare all’ultimo momento crea anche seri problemi di programmazione e organizzazione.
“Si era detto di aprire il 10 luglio con il benestare del Cts e tutti ci siamo organizzati per la riapertura. Programmando le attività e sostenendone i costi anticipati. Ora perché ci si dice di no? A questo punto, non si tratta più di una decisione scientifica ma politica e noi abbiamo tutto il diritto di dire no al nostro funerale“.
“Siamo l’antidoto alla mala movida”
Gli fa eco Antonio Flamini, presidente del Silb, sindacato italiano locali da ballo.
“Al momento, la data del 10 luglio per la riapertura delle discoteche appare slittata. Ma noi contiamo che sia recuperata anche perché c’è l’ok del Cts. Questo tentennamento da parte del governo ci appare solo come una ipocrisia figlia di una scelta politica e di un accanimento ingiustificato verso il nostro settore”.
Oltre al danno la beffa. “Intanto, si sta ballando ovunque, nei bar come nei ristoranti, nei dinner show come negli apericena con dj-set. Nelle spiagge e come nelle piazze. Favorendo anche una ‘mala-movida’ mentre noi rappresentiamo l’antidoto sicuro e controllato“. Parole indirizzate soprattutto al ministro della Salute che appare “come lo scoglio più duro da superare”.