“Buttati o muori”, l’inno alla vita nel libro di Alessandra Fulvi

“Buttati o muori” è il primo libro di Alessandra Fulvi in cui racconta la sua malattia, la rinascita, la voglia di vivere senza costrizioni.
“Buttati o muori”, edito dalla Chronos, è il primo lavoro di scrittura per Alessandra Fulvi; non è una scrittrice, almeno non si definisce tale. Laureata in psicologa, appassionata di sport, escursioni in montagna e cucina, lavora in un noto franchising in città nel campo dell’arredamento.
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“Buttati o muori” è una sorta di confessione, un libro in cui Alessandra Fulvi mette a nudo le sue debolezze, racconta non solo tutte le insicurezze che alla fine si riveleranno i suoi punti di forza, ma anche il lungo percorso emotivo che l’ha portata a una maggiore consapevolezza.
L’autrice ha voluto raccontare la sua storia fatta di gioie, dolori ma soprattutto di sofferenze. Di rapporti troppo spesso sbagliati, di incomprensioni familiari, in cui lei ha comunque sempre visto “L’opportunità per crescere, maturare, migliorarmi e non come un limite, perché non ho mai perso di vista la soluzione di fronte ad un problema”, spiega al Capoluogo.
“Volevo solo far conoscere la mia storia, la vita di una donna, assimilabile a quella di tutte le persone che, come me, hanno vissuto un periodo, un momento difficile, o incontrato persone che le hanno fatte sentire sbagliate, e nonostante questo hanno trovato finalmente la propria serenità interiore”.

La genesi del libro parte da un’intervista che Alessandra Fulvi aveva rilasciato al Capoluogo l’anno scorso, poco prima del lockdown, (a questo link l’intervista integrale) in un momento particolare della sua vita. Da poco aveva debellato un brutto male, scoperto praticamente da sola, nel 2017.
“Dopo anni di pellegrinaggi da un medico a un altro, che non voleva saperne di ascoltarmi, quasi per caso e direi per fortuna, ho scoperto che alla base di tutti i miei problemi di salute che fino allora avevano reso il mio quotidiano molto difficile, c’era nel mio corpo un ospite indesiderato, un adenoma ipofisario fortunatamente benigno GH secernente. L’ho scoperto a ottobre 2017, una data che non dimenticherò mai“.
Il tumore dell’ipofisi si sviluppa dalle cellule della ghiandola ipofisaria. Pur non essendo particolarmente maligno, può avere effetti importanti e devastanti sulla salute, dal momento che manda in tilt il sistema di produzione e regolazione degli ormoni.

Alessandra, tra gli sguardi critici delle persone, ingrassava non perchè mangiasse male, stava male davvero e nessuno se ne era accorto. Da piccola, un’altra brutta esperienza: a causa di una otite curata male, ha perso completamente l’uso dell’orecchio sinistro.
Dalla scoperta dell’adenoma, l’intervento risolutivo presso la clinica Neuromed a Pozzilli (Isernia), dal professore Vincenzo Esposito che l’ha operata in equipe con il professore Felice Francavilla e il suo assistente il dottor Settimio D’Andrea, “Persone che non finirò mai di ringraziare, non solo medici e luminari ma uomini che hanno preso a cuore il mio problema, dandomi una mano seria per risolverlo”.
Nel libro c’è tutto questo, ma ci sono anche le origini della sua storia, ci sono i ricordi d’infanzia a Capitignano, suo paese di origine, dove è cresciuta con l’amore e le cure dei suoi nonni, e gli insegnamenti dei suoi genitori, gli studi, gli amici e il lavoro a L’Aquila e ovviamente Isernia, dove ha vissuto il suo “Anno zero”.

“Buttati o muori” non è un festival dell’autocommiserazione o del pietismo, Alessandra non ha mai permesso che qualcuno le dicesse: “Poverina, ma allora stai male?”, vuole solo lanciare messaggi positivi. “I limiti sono quelli che ci poniamo, anche di fronte alle difficoltà più grandi. Se non ti piace ciò che la vita ti sta mandando, probabilmente sei tu a sbagliare il messaggio, sei tu a non ascoltare”.
Tra le pagine anche ricordi e persone, che nel bene e nel male hanno caratterizzato il suo passato e il presente: amori finiti male, amiche sbagliate, “fa tutto esperienza, ognuno di noi, nel nostro cammino può essere d’aiuto e supporto all’altro”.

Dopo la malattia Alessandra ha continuato ad andare avanti, seguendo le sue passioni: non solo lo sport, ma anche una grande passione per la cucina, che l’ha portata ad aprire una pagina Instagram, “Un pizzico di sale”, nata in un anniversario “speciale”: Alessandra si è operata il 14 febbraio di 3 anni fa, nel giorno dedicato degli innamorati e due anni dopo, appena accertato di stare finalmente bene e che “l’ospite” era stato debellato dal suo corpo, ha voluto condividere la sua storia d’amore con se stessa, la gioia per avercela fatta attraverso la sua passione: la cucina.

Da questa esperienza anche un messaggio, soprattutto per i più giovani, figli dell’era del “mi piace”, dei fisici magri e scultorei: nella sua pagina non ci sono muscoli, outfit da urlo e #lookinspirations ma solo frutta, verdura, colazioni, pranzi e cene, cucinate con amore e con la voglia di nutrirsi e stare bene. Ricette che ha riportato anche nel libro: come il suo ciambellone spaziale, alto come il Rocci, il vocabolario di greco.
“Ogni difficoltà l’ho trasformata in un’opportunità per diventare più forte e rialzarmi sempre, ma vorrei che la stessa forza venisse trasmessa a coloro che non ne hanno, per loro scelta o per altre motivazioni. Vorrei che avessero la possibilità di conoscere una storia di coraggio. Mi piacerebbe che questo libro possa mostrare il lato positivo della vita e confermare che la tristezza e le paure si possono vincere grazie alla tenacia e al coraggio. Ogni evento della vita, bello o brutto che sia, può essere una catastrofe oppure un’opportunità. A deciderlo sei tu“.
“Buttati o muori”, con la prefazione del dott. Stefano Flamini, ex primario di ortopedia dell’ospedale dell’Aquila, è ordinabile in tutte le librerie d’Italia e acquistabile anche online.