Covid 19 e variante delta

Variante Delta in Abruzzo: “Avanti con le vaccinazioni, manteniamo alta l’attenzione”

Variante Delta, se aumenteranno i contagi si andrà verso la zona gialla. Per Grimaldi e Giansante, intervistati dal Capoluogo, "l'arma resta il vaccino insieme alla prudenza. Usate le mascherine, evitate assembramenti".

La variante Delta preoccupa nella sua corsa in tutta Europa e anche in Italia. I contagi stanno risalendo, questo è un dato di fatto, tanto che per alcune regioni, tra le quali l’Abruzzo, si è parlato del ripristino di alcune restrizioni che porterebbero al passaggio alla zona gialla.

In tutto il Paese l’impatto della variante Delta ha quasi raggiunto il 30% e viaggia verso il 70%, che secondo le simulazioni dovrebbe essere raggiunto nel mese di agosto. Con gli attuali parametri in vigore già 4 regioni quindi viaggiano verso la zona gialla: Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia.

Attualmente fra i parametri sotto la lente del ministero della Salute e del Cts c’è l’incidenza del nuovo Covid 19 ogni 100mila abitanti: se superano i 50 casi si passa in zona gialla. Scatta l’allarme con un combinato di contagi (Rt), superamento del 40% del tasso di occupazione delle aree mediche e del 30% quello delle terapie intensive.

A L’Aquila, nel reparto di Malattie infettive del San Salvatore, diretto dal professore Alessandro Grimaldi, “La situazione è ancora sotto controllo. La settimana scorsa abbiamo preso 2 pazienti, ma le condizioni non sono gravi da far temere il peggio”.

“La situazione la conosciamo tutti da mesi – chiarisce Grimaldi al Capoluogo – e non va sottovalutata per il bene della collettività e anche per salvaguardare un’economia che stenta a ripartire. Bisogna evitare di prendere il Covid, sapevamo dell’esistenza delle varianti fin dallo scorso anno”.

“Non c’è solo la variante delta, ma anche altre in agguato che potrebbero essere anche meno sensibili ai vaccini”.

“Il virus varia per sopravvivere e dobbiamo essere noi a non offrire terreno fertile alla proliferazione della variante delta o di quelle che verranno. Il Covid circola attraverso gli uomini e i contatti stretti creano un rischio”.

“Oggi fare pronostici è difficile: siamo reduci dai festeggiamenti degli europei in tutte le città, adesso vediamo cosa succederà tra qualche giorno. Quello che riusciamo a percepire in sostanza è solo la punta dell’iceberg. Ci sono stati i festeggiamenti post partita, con abbracci e contatti che non aiutano, non è questa la condizione ideale per impedire la circolazione”.

“Con i vaccini viene assicurata la copertura, soprattutto da sintomi gravi, anche se in forma minore. Procediamo spediti, ma dobbiamo dare il tempo di arrivare al traguardo e alla copertura dell’80 per cento della popolazione. Ci vuole prudenza in ogni caso”.

“Le varianti, come abbiamo avuto modo di vedere l’anno scorso con quella inglese, possono diventare rapidamente predominanti se non si utilizzano le adeguate cautele e non si procede al tracciamento. I casi di variante delta sono destinati a rimpiazzare quella alfa, (variante inglese) così come la variante alfa rimpiazzò il virus originario di Wuhan”. 

“Per scongiurare altre chiusure, le regioni devono andare a valutare le fasce ancora non vaccinate, invitando le persone che ancora non hanno provveduto a farlo, facendole per esempio contattare dai medici di famiglia e spiegare perchè è importante”.

“Abbiamo assistito, nei mesi scorsi, a un crollo dei casi tra le fasce più a rischio da quando abbiamo cominciato vaccinare gli anziani. A dispetto delle campagne contrarie, non ci sono stati grandi effetti collaterali, considerando l’ imponente campagna di massa portata avanti”.

“Continuiamo a indossare le mascherine, al chiuso e dove non è possibile distanziarsi. In questa fase, non avendo un quadro epidemiologico chiaro, la prudenza è un’arma a nostro favore”, conclude.

“L’arma che abbiamo contro il Covid 19 e con lo spettro della variante delta resta il vaccino. Le vaccinazioni in provincia dell’Aquila procedono spedite e i dati sono molto incoraggianti”, spiega al Capoluogo il dottore Enrico Giansante, responsabile dell’Unità operativa complessa di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica della Asl 1.

L’8 luglio erano oltre 272 mila le somministrazioni, “Da allora ne abbiamo fatte almeno altre 9 mila, arrivando così a oltre 281 somministrazioni”.

“Abbiamo coperto circa 175 mila persone, che hanno ricevuto la prima dose in ambito provinciale e oltre 105 mila sono le persone che hanno completato le due somministrazioni. Il tutto rapportato alla ‘popolazione target’, con una percentuale che si attesta intorno al 75 per cento“.

Per Giansante, l’Abruzzo sta marciando spedito con dati sopra la media nazionale: “Rispettiamo gli slot assegnati da parte del generale Figliuolo. Adesso, la vera sfida è proseguire con i giovani e convincere la fascia degli over 60 che ancora non si sono vaccinati o che è stato difficile raggiungere”. 

“Siamo ancora in una fase in cui la popolazione più ‘sociale’, cioè quella che esce, che ha contatti più stretti non è vaccinata. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione, continuare ad usare quelle minime forme di prudenza come la mascherina, la pulizia delle mani ed evitare assembramenti. Prudenza, prudenza, prudenza!”.

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