Covid 19 abruzzo

Variante Delta, l’Abruzzo a rischio zona gialla: lo scenario

La variante Delta fa aumentare l'incidenza in 19 regioni. L'Abruzzo rischia la zona gialla. Per il ministro Speranza, "L'unica arma resta il vaccino".

L’incidenza della variante Delta aumenta in 19 regioni tra cui l’Abruzzo in cui il dato è pari a 16,2, uno dei peggiori d’Italia.

Se è vero che l’indicatore è ben lontano dai livelli di guardia (per rimanere in zona bianca deve essere inferiore a 50), è vero che negli ultimi giorni il dato sta crescendo ed è passato dal valore minimo di 11 a quello attuale, con una variazione del +50% circa. Nel Paese l’impatto della variante Delta ha quasi raggiunto il 30% e viaggia verso il 70% che secondo le simulazioni dovrebbe essere raggiunto nel mese di agosto.

Con gli attuali parametri in vigore già quattro regioni viaggiano verso la zona gialla: oltre all’Abruzzo, anche Campania, Marche e Sicilia.

Variante Delta e Abruzzo giallo: i possibili scenari

Attualmente fra i parametri sotto la lente del ministero della Salute e del Cts c’è l’incidenza del nuovo coronavirus ogni 100mila abitanti: se superano i 50 casi si passa in zona gialla. Scatta l’allarme per l’Abruzzo con un combinato di contagi (Rt), superamento del 40% del tasso di occupazione delle aree mediche e del 30% quello delle terapie intensive.

Il parametro principale, nella classificazione di rischio delle regioni in aree colorate, è l’incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti. Anche i nuovi casi settimanali, (ieri, lunedì 12 luglio ci sono stati 0 casi, ma i tamponi fatti erano pochi e c’è stata la partita di mezzo), per tre mesi in calo senza soluzione di continuità, ora registrano costantemente una variazione positiva, con picchi del +40% nei giorni scorsi.

La situazione peggiore rimane quella del Teramano, la cui incidenza è pari a 28,2, dato che la colloca al decimo posto in Italia tra le province con i numeri più alti. Segue l’Aquilano, con 24,3. Poi ci sono, con numeri più bassi, il Chietino (8,2) e il Pescarese (7,3, in aumento di ben sei punti rispetto a una settimana fa).

Questa invece la mappa e le percentuali regione per regione, con i valori riportati nel sito CovidTrends, che da mesi segue l’andamento dell’epidemia di Covid 19 in Italia.

Secondo i dati, aggiornati all’11 luglio 2021, nell’ultima settimana è stato il Molise a registrare l’incremento maggiore, con il 257%, con Sardegna (+146%) e Veneto (123%); seguono a distanza, con valori superiori al 50%: Lazio (+84%), Liguria (+71%), Emilia Romagna,Toscana e Campania (+56%). Altre sette regioni hanno registrato un incremento compreso fra il 20% e il 50%: provincia autonoma di Bolzano (+48%), Lombardia (+43%), Calabria (+40%), Sicilia (+36%), Marche (+33%), Umbria (+32%), Piemonte (+26%). L’incidenza nell’ultima settimana è stata inferiore al 20% in Friuli Venezia Giulia (18%), Puglia (+17%), Abruzzo (13%) Basilicata (+8%), con la provincia autonoma di Trento e la Valle d’Aosta, che registrano incrementi negativi, rispettivamente di -24% e -46%.

Per correre ai ripari e scongiurare la zona gialla, si stanno studiando soluzioni immediate come ad esempio la reintroduzione dell’obbligo di mascherine all’aperto: al momento sono obbligatorie solo in caso di assembramento o quando non è possibile mantenere il distanziamento, ma in molti non rispettano la prescrizione.

Altra cosa su cui si lavora sono le quarantene per chi arriva da Paesi a rischio come Spagna, Malta, Gran Bretagna e Portogallo. Da ieri, un’ordinanza del presidente Marco Marsilio, obbliga al tampone al ritorno da questi Paesi, all’aeroporto di Pescara.

Figliuolo, “Green pass come in Francia? Sarebbe soluzione”

Green pas per entrare al ristorante, sui mezzi pubblici o andare a un concerto: per il generale Francesco Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid questa soluzione, “copiata” alla Francia, potrebbe essere la soluzione per cercare di arginare il cammino e la proliferazione della variante delta.

Per convincere gli ultimi irriducibili del vaccino, “quella di utilizzare il green pass per vari tipi di eventi, così come in Francia, potrebbe essere una soluzione per una spinta. Poi per chi non l’avrà c’è anche il tampone, bisogna comunque rispettare la Costituzione”.

Variante Delta, Speranza: “La vera salvezza è nei vaccini”

“La vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, dobbiamo insistere sulla vaccinazione”, sono le parole del ministro Roberto Speranza riportatate dal Sole24Ore.

“Io vorrei che ci fosse piena consapevolezza sull’importanza di questo momento per tutti noi, – ha sottolineato Speranza intervenendo a una cerimonia al Gemelli a Roma – perché siamo in una fase diversa di gestione di una pandemia che purtroppo è ancora in corso, e sarebbe un grave errore considerare conclusa”.

“Come vediamo le varianti sono una nuova insidia con cui abbiamo a che fare e dovremo tenere ancora alta l’asticella dell’attenzione nelle prossime settimane – ha aggiunto -. Ma è altrettanto vero che siamo in una fase diversa della pandemia. Grazie alla scienza, alla conoscenza, alla ricerca che ci hanno consentito di avere strumenti che soltanto un anno fa sembravano ancora lontani“.

“Se penso che oggi supereremo 57 milioni di dosi (di vaccini) somministrate nel nostro paese – ha concluso – credo che stiamo facendo un grandissimo lavoro che ci mette nelle condizioni di provare a gestire questa fase diversa della pandemia”.

Chiusure, Sileri: “Al momento non c’è necessità di zone gialle”

Getta acqua sul fuoco il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite di “24 Mattina” su Radio24. “Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane”, ha detto il sottosegretario. “Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni”.

La variante Delta diventerà prevalente

“É bellissimo vedere le piazza piene, però è chiaro che un numero crescente di contagi si osserverà come si è osservato in altri Paesi europei. Io credo che la variante Delta diventerà prevalente e accadrà, purtroppo, molto prima. Temo per fine mese 3-4 volte i contagi che si sono oggi”.

Variante Delta, quanto sono efficaci i vaccini

C’è motivo di guardare alla variante Delta come a una minaccia oppure no? Per fare un po’ di chiarezza le spiegazioni rilasciate nell’intervista a Vanity Fair da Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

A inquadrare il fenomeno sotto una chiave di lettura indubbiamente ottimistica, anche il fatto che tutti i vaccini sembra siano efficaci anche contro le varianti Delta. “L’unica differenza sostanziale è che alcune di loro, tra cui la Delta Plus, siano leggermente meno suscettibili agli anticorpi generati dai vaccini, quindi un individuo per essere protetto deve sottoporsi al ciclo completo. Ad eccezione di chi ha già contratto il virus, per il quale la somministrazione unica potrebbe essere sufficiente”.

Una sola dose, dunque, non basta a scongiurare il rischio. “No, e il motivo della crescita dei contagi in Inghilterra è dovuto anche a questo. Il popolo anglosassone aveva fatto della singola dose una bandiera, e vaccinando con la prima la maggior parte della popolazione avevano bloccato l’ondata in corso a gennaio e febbraio 2021. Una strategia allora vincente ma che oggi mostra i propri limiti, e che unita ai contatti frequenti che quel Paese ha con l’India, porta allo scenario attuale”.

Il messaggio che mi sento di dare è che anche di fronte a questa nuova variante, la strada primaria da seguire sia quella della vaccinazione a tappeto, anche e soprattutto dei giovani“, conclude Clementi.

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