Morta dopo il furto della catenina: infermiera a giudizio anche per il decesso dell’anziana

Non solo furti, accusata anche di “morte come conseguenza di altro reato”, l’infermiera aquilana denunciata per aver sottratto monili d’oro ai pazienti ricoverati.
L’infermiera è accusata di aver derubato alcuni pazienti e la sua condotta è stata messa in relazione con la morte di un’anziana gravemente malata, decaduta a causa dello stress provocato dal furto di una collanina. Indagato anche il marito dell’infermiera, che prestava servizio in ospedale nello stesso periodo in cui sono avvenuti diversi furti.
Il Capoluogo ha scelto di non pubblicare il nome dell’infermiera per tutelare la privacy e l’infanzia dei figli minori.
La donna, che per i furti era stata arrestata con il regime dei domiciliari a marzo scorso, revocati poi ad aprile, è stata infermiera al reparto di Geriatria e in ultimo al reparto Covid del San Salvatore dell’Aquila.
L’infermiera, secondo le prime indagini, per mettere a segno i furti indisturbata, avrebbe approfittato di questo periodo, in cui i parenti non possono fare visita in ospedale ai proprio cari a causa della pandemia.
Catenine d’oro, piccoli monili, fedi nuziali: questi gli oggetti sottratti ai degenti e poi rivenduti.
La donna, difesa dagli avvocati Enrico Marinucci e Francesco Valentini, avrebbe addotto motivi economici alla base dei furti, ma nega il coinvolgimento nella questione dell’anziana deceduta, i cui parenti sono assistiti dall’avvocato Vincenzo Calderoni.
Il Giudice dell’udienza preliminare è Guendalina Buccella.
Il caso ha già avuto un grosso clamore, nei mesi scorsi il programma “La Vita in diretta” si è occupato della vicenda. Una troupe è venuta a L’Aquila per girare un servizio andato poi in onda il 19 marzo.