Gelateria Duomo L’Aquila, 5 anni fa il ritorno a casa

Correva il 26 luglio 2016 quando il bar gelateria Duomo tornava a casa. Grande festa cinque anni fa, oggi un importante ricordo di chi ce l’ha fatta.
Dopo sette anni di chiusura forzata a causa dei danni provocati dal terremoto 2009 al palazzo che ospitava l’attività della famigliaDioletta, una grande festa segna in maniera indelebile sul calendario della ricostruzione e delle riaperture il giorno 26 luglio del 2016.
Diecimila aquilani in piazza Duomo per festeggiare un grande ritorno a “casa”, con emozione e rivincita verso la sorte che ha tolto molto e restituito pian piano a una città che sa aspettare. “Eravamo tantissimi, emozionati più che mai di riaprire. Quei giorni inoltre eravamo i primi in assoluto a tornare in piazza Duomo, insieme ai vicini della storica Tabaccheria di Lorenzina oggi gestita dal nipote Roberto Pantaleo, dopo di Natalia Nurzia che è sempre invece è sempre rimasta aperta. E’ stata una festa grandissima per la città” – racconta il maestro gelatiere Francesco Dioletta a IlCapoluogo.it.
Più che una festa di ritorno, il 26 luglio di cinque anni fa, fu un evento per la città con tanto di esibizione dei Falconieri dell’Aquila, della scultura di ghiaccio opera del maestro Francesco Falasconi campione del mondo nel 2012 che ha incantato il pubblico, e tanta musica che spense il lungo silenzio di piazza Duomo.
Com’era stare in piazza Duomo quasi da soli?“Non c’era la vivacità dei tempi d’oro, ma nemmeno il passeggio di oggi. Ricordo tanti cantieri aperti. E’ stata dura ripartire, ma posso dire che il periodo stagionale estivo è stato sempre buono, l’inverno invece un po’ più sofferente nei primi anni almeno. Poi siamo andati avanti grazie ai ‘vicini’ di casa che sono cresciuti a dismisura ripopolando la piazza e ricreando un indotto simile a quello pre-terremoto”.
Gelateria prima del 2009
Siete a l’Aquila dal 1985 e con la gelateria dal 1997.Cosa manca a L’Aquila oggi rispetto ai tempi d’oro che rimpiange? “La strada da percorrere è lunga, ma siamo a buon punto: assistiamo alla nascita di un centro commerciale all’aperto. All’inizio abbiamo visto un via vai di gente che passeggiava in centro per rivedere la città, nulla di più. Ora invece, anche grazie alle attività diverse da bar e ristorazione, L’Aquila vanta un centro storico dove si può fare shopping a tutto tondo, non solo passeggio”.

La corsa della sua attività è stata fermata prima dal terremoto, oggi dal covid.Quale il male peggiore? “Posso affermare che la pandemia è stata di gran lunga la sorte peggiore. Il terremoto era un male della nostra città, tutt’intorno la vita andava avanti, la pandemia ha colpito tutti. Siamo stati vittime di diversi stop, tra cui quello autunnale e invernale che hanno dato il colpo di grazia a tutte le attività già in crisi. Pensate che lo scorso dicembre nel punto del centro commerciale L’Aquilone abbiamo aperto sole due settimane”.
Dioletta, nonostante tutto, non si ferma.“Abbiamo perso tre unità di vendita con il sisma, ma oggi siamo al Duomo, su corso Vittorio dalla scorsa primavera di fronte la banca Bper appena tornata in centro e all’Aquilone. Si lavora con l’ impegno e la passione di sempre a cui aggiungiamo la speranza di non replicare un inverno difficile come quello passato”.