Cinquant’anni dopo Terence Hill torna a Campo Imperatore ospite del Festival del Gran Sasso
Una magnifica dune buggy, cowboy a cavallo, adulti e bambini da ogni dove hanno accolto Terence Hill in occasione del Festival del Gran Sasso. L’ incontro si è svolto a Fonte Vetica insieme a Cristiana Pedersoli, una delle figlie di Bud Spencer, Sandra Zingarelli, figlia del produttore di Trinità, don Samuele Pinna, saggista che ha dedicato due volumi alla coppia spaghetti-western, Federico Vittorini, direttore artistico del Festival e Piercesare Stagni, aquilano e storico del cinema.
Terence Hill torna a Campo Imperatore: continuavano a chiamarlo Trinità
Terence Hill è arrivato alle 19. 30 in punto, come previsto da programma.
In auto ha raggiunto il parcheggio di Fonte Vetica atteso da una folla in trepidazione. Trenta minuti di autografi su cappelli, t-shirt, foto e manifesti, concessi instancabilmente a un pubblico ‘caloroso’.
Non rilascia interviste invece, ma non si tira indietro di fronte ai ricordi del set e quelli più cari di “dietro le quinte” che regalavano anche tanti momenti di divertimento.
“Con Bud eravamo come fratelli” – ricorda commosso rivolgendosi alla figlia Cristiana che mostra una somiglianza disarmante col papà Spencer.
“I fagioli li ha mangiati tutti per davvero?” -chiede qualcuno dal pubblico. “Certamente” – conferma Terence Hill. “Avevo digiunato nelle 36 ore precedenti. Erano buonissimi, li preferivo senza pancetta, ma piccantissimi”.
“E le famose cazzottate? Quale ricorda di più?” – altra domanda dal pubblico. “Sicuramente il colpo del piccione inventata da Bud. Abbiamo riso parecchio! Le nostre scazzottate, pugni e calci avevano un ritmo, come se fossero dei veri e propri balletti!”
È già passato mezzo secolo dalla prima proiezione di quel western leggero, frizzante e diverso da tutti gli altri tanto da restare attuale.</
“Continuavano a chiamarlo trinità” compie 50 anni che non dimostra affatto. Lo dice il pubblico affezionaissomo che ha raggiunto Fonte Vetica e non contiene l’entusiasmo.
Battute recitate a memoria e scene raccontate che restano impresse nel cuore di più generazioni.
Soprattutto quelle che riportano al piccolo canyon del Gran Sasso con la memorabile “fagiolata”.
Poco prima dell’incontro l’attore, insieme agli altri ospiti hanno fatto tappa insieme al sindaco di L’Aquila Pierluigi Biondi nel luogo più rappresentativo del film.
Presente all’evento anche il padrone di casa: “Abbiamo la fortuna di avere un patrimonio naturale senza tempo, è così oggi come cinquant’anni fa. Dobbiamo fare un salto di qualità: far convivere la religiosità del posto e le potenzialità del turismo” – interviene così il sindaco di Castel del Monte Pastorelli.
