Francesco Barone, l’ultima missione in Congo: “La situazione peggiora, ma non ci fermeremo”

6 agosto 2021 | 16:30
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Francesco Barone, l’ultima missione in Congo: “La situazione peggiora, ma non ci fermeremo”

L’AQUILA – L’ultima missione in Congo (solo in ordine di tempo) del professor Francesco Barone. Parole di elogio da parte del Premio Nobel per la Pace, Denis Mukwege.

Si è svolto lo scorso 27 luglio l’incontro a Bukavu, in Congo, tra il professor Francesco Barone, docente Univaq da anni impegnato in missioni umanitarie, e il Premio Nobel per la Pace, Denis Mukwege. Al centro del confronto, diritti umani, lotta alla povertà, ma anche il commosso ricordo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, ucciso in un’imboscata il 22 febbraio 2021 nel Nord Kivu. Al termine dell’incontro: “Era molto amato e stimato per quanto faceva e voleva fare”. Al termine dell’incontro, Denis Mukwege ha inteso scrivere parole di elogio nei confronti del professore dell’Univaq. “È un attestato di stima che non può che farmi piacere – spiega il professor Barone a IlCapoluogo.it – ma che mi carica ulteriormente di responsabilità. Continuerò nella mia azione umanitaria, ma non sono solo. Insieme al mio impegno, c’è quello di tanti amici con cui collaboro e con cui abbiamo intessuto una rete di solidarietà“.

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Francesco Barone, la missione umanitaria.

L’ultima (solo in ordine di tempo) missionein Congo del professor Francesco Barone, insieme a un altro volontario, Gianluigi Zauri, è durata 16 giorni e ha raggiunto importantissimi obiettivi, a partire dall’accordo con l’ospedale che ha ottenuto finanziamenti per i reparti pediatrici e di maternità così da garantire accoglienza e cure per le donne povere del quartiere di Russayo. Ma non solo. “Abbiamo consegnato tonnellate di cibo alle famiglie povere nel quartiere Mugunga, dove abbiamo costruito il Centro Kwetu per gli aiuti alimentari, abbiamo consegnato un quintale di medicine, quintali di cibo agli orfanotrofi Mama Wa wote e Flamme d’amour, abbiamo consentito le cure dei bambini e adulti ospedalizzati, pagato le spese sanitarie e favorito le loro dimissioni, abbiamo aiutato i bambini di strada, abbiamo acquistato e consegnato attrezzi per insegnare il mestiere ai ragazzi ex bambini soldato ospiti di un Centro di recupero”.

Tutto questo in una situazione già in partenza difficile, ma resa ancora più delicata dall’emergenza Covid 19 e dall’instabilità politica. “Abbiamo svolto questa missione in condizioni proibitive e abbiamo dovuto far ricorso a una scorta, soprattutto in alcuni momenti, come durante la distribuzione di cibo. Purtroppo i momenti di tensione non sono mancati”.

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Missioni in Congo: “La situazione è peggiorata”.

Non è stata la prima missione in Congo e non sarà l’ultima per il professor Barone, che però ha trovato una situazione decisamente peggiorata: “La situazione è peggiorata per due ordini di motivi – spiega a IlCapoluogo.it – il primo riguarda l’instabilità politica e sociale del Paese, il secondo l’eruzione del vulcano Nyiragongo, che ha distrutto abitazioni e provocato morti. Inoltre ha comportato anche la chiusura dell’aeroporto, con l’impossibilità di far giungere ulteriori aiuti, questo anche a causa dell’emergenza Covid 19″.

Questo però non ferma la determinazione del professor Barone: “Continueremo con le nostre attività, siamo già ripartiti con una raccolta fondi da portare in Congo appena sarà possibile”. Perché le missioni umanitarie “lasciano contentezza e felicità per le sofferenze che si riescono ad alleviare, ma fanno riflettere e lasciano dispiacere per l’indifferenza generale a questi problemi. La povertà non è un cataclisma, ma comincio a pensare che sia una condizione di vita voluta per approfittarsi di certe popolazioni. Serve un’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni per questioni che non si risolvono con le poesie o le belle parole, bisogna essere incisivi per salvare il maggior numero possibile di vite umane”. Istituzioni, quindi, ma non solo: “È importante che ciascuno si responsabilizzi per ciò che accade. Non si può rimanere indifferenti davanti a una sofferenza che è il risultato della globalizzazione e di un’economia sfrenata che fa sempre più ricche le poche persone benestanti e impoverisce tutti gli altri.

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Francesco Barone, le parole del Premio Nobel Denis Mukwege.

“Alla fine del mio incontro con il Professore Francesco Barone, – scrive il Premio Nobel per la Pace Denis Mukwege – sono di nuovo toccato profondamente dal suo impegno a fianco delle popolazioni deprivate, e in particolare a fianco dei bambini, qui, nella RDC. La sua opera è una fonte di ispirazione. Ci richiama alla nostra umanità. Ci ricorda che tutti noi abbiamo la capacità di contribuire a costruire ponti al posto di muri. Ci chiama ad impegnarci a costruire un mondo più giusto dove tutti gli abitanti del nostro pianeta potrebbero vivere nella loro dignità”.

“In ciò, il Prof. Francesco Barone cammina sulle orme del compianto Luca Attanasio. Ambasciatore d’Italia nella RDC, vigliaccamente ucciso il 22 febbraio 2021 nel Nord-Kivu. Noi conserviamo di lui nobili ricordi di un umanista impegnato. Ogni volta che è venuto a farmi visita qui all’ospedale di Panzi, noi ci confrontavamo sui nostri progetti di sviluppo, e soprattutto sui progetti di costruzione di pace duratura nella RDC e nella regione dei Grandi Laghi Africani, progetti che noi sostenevamo insieme. L’Italia è grande per la solidarietà delle sue figlie e dei suoi figli. Noi auguriamo coraggio e successo al Prof. Francesco Barone e sull’esempio di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Luca Attanasio, gli garantiamo la nostra fraternità e la nostra amicizia”.