Architettura religiosa

San Pietro ad Oratorium riapre alle visite: un gioiello nella Valle del Tirino

Torna fruibile ai visitatori la storica Chiesa San Pietro ad Oratorium, a Capestrano, immersa nella cornice verde della Valle del Tirino.

La Chiesa di San Pietro Ad Oratorium è nuovamente fruibile e visitabile.

Una bella notizia da Capestrano, ad annunciarla la Direzione regionale dei Musei d’Abruzzo. “Siete tutti invitati ad accorrere numerosi ad ammirare un prezioso gioiello, incastonato nella suggestiva cornice offerta dalla Valle del Tirino, significativa testimonianza dell’architettura ecclesiastica romanica abruzzese di fondazione desideriana. Venite a scoprire il fascino del quadrato magico del Sator e degli splendidi affreschi duecenteschi con i 24 Vegliardi dell’Apocalisse“. 

Sarò possibile visitare la Chiesa nei seguenti orari:

  • Apertura del sito da giugno a settembre, tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00; da ottobre a maggio, solo su prenotazione. Per informazioni contattare la sigorara Maria Laura Tresca, Presidente della Pro Loco di Capestrano, al numero 347-6054489.​

Si ricorda che per accedere al sito è obbligatorio il possesso della certificazione verde Green Pass, come previsto dal DPCM del 23 luglio 2021, n.105. Keep calm and visit San Pietro Ad Oratorium. 

san pietro ad oratorium

Chiesa San Pietro ad Oratorium, un po’ di storia

La chiesa di San Pietro ad Oratorium sorge nell’amena vallata del Tirino, a pochi passi dal fiume, circondata da una fitta vegetazione boschiva ai piedi delle basse propaggini sud-orientali del Gran Sasso. Dista circa 6 km dal centro abitato di Capestrano, cittadina resa famosa dal casuale ritrovamento nel 1934, in un terreno agricolo, del Guerriero di Capestrano, celebre statua databile al VI secolo a.C. ed esposta a Chieti nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – Villa Frigerj.

Molto probabilmente esisteva una chiesa già nella prima metà dell’VIII secolo d.C., ma è al re longobardo Desiderio (756-774) che si deve la totale riorganizzazione e la fondazione di una badia, in un luogo strategico a controllo del fondovalle e delle vie di comunicazione, posta tra i possedimenti di San Vincenzo al Volturno, la ricca e potente abbazia di Isernia. Nell’anno 1117, papa Pasquale II consacra la chiesa, completamente ristrutturata e rinnovata, e dichiara l’indipendenza dell’abbazia dall’autorità del vescovo (abbatia nullius diocesis), condizione che verrà mantenuta fino al 1808.

All’esterno la chiesa evidenzia le forme proprie della sua ristrutturazione del XII secolo, mentre dell’abbazia, distrutta dalle numerose piene del fiume Tirino, oggi non rimane nessun resto visibile.

Sull’architrave del portale d’accesso della chiesa è presente un’iscrizione, che ricorda la fondazione da parte di Desiderio e i rinnovamenti del 1100.

Guardando la facciata in blocchi squadrati di calcare, al visitatore più curioso non sfuggirà la presenza di un concio iscritto, messo in opera capovolto, che reca cinque parole: ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR. Queste parole possono essere lette indistintamente da sinistra a destra e viceversa, ma anche dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. Questa iscrizione è comunemente chiamata “quadrato magico” ed è presente anche in altri luoghi in Europa, tuttavia il suo significato simbolico rimane oscuro e, pertanto, sono state proposte varie interpretazioni e traduzioni.

All’interno della chiesa, divisa in tre navate e con tre absidi, è presente un ciborio duecentesco. L’architrave del ciborio è abbellito da un motivo vegetale stilizzato, con un tralcio che nasce dalle fauci aperte di un drago, mentre la parte superiore – caso unico in Abruzzo – è decorata con formelle in maiolica verde e turchese. Il visitatore, infine, potrà notare che nell’abside centrale si conserva un mirabile affresco degli inizi del XII secolo, raffigurante Cristo in trono tra gli Evangelisti, al di sotto dei quali vi sono i 24 Anziani dell’Apocalisse.

san pietro ad oratorium

Fotografie dal sito della Direzione Regionale Musei Abruzzo

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