Incendi Pettino del 2020, ora è certo: erano dolosi

Gli incendi di agosto 2020 a Pettino e Cansatessa erano dolosi: ancora non si riesce a dare un volto a chi appiccò il fuoco che ha distrutto circa 800 ettari di boschi.
Gli incendi hanno interessato l’Aquilano per quasi un mese: giorni e notti di apprensione con un dispiegamento di forze per cielo e per terra per cercare di domare le fiamme.
Un’emergenza che era iniziata il giorno 30 luglio, alle ore 13:45, quando era giunta alla sala operativa 115 dei Vigili del fuoco la prima richiesta d’intervento per un principio d’incendio di bosco lungo la S.S. n° 80 in prossimità della frazione di Arischia. Sembrava una richiesta come tante che in questo periodo rendono incandescenti i telefoni di soccorso dei Vigili del fuoco.
I lavori di bonifica sono finiti a metà novembre; la ditta che li ha eseguiti è la Gheller di Vicenza. Il costo è stato di 190.000 euro, con fondi stati stanziati dalla Regione.
800 gli ettari di bosco andati in fumo, con la distruzione anche di vegetazione autoctona. Nei 28 giorni di attività antincendio sono stati impiegati una media giornaliera di tre mezzi aerei e 200 unità a terra tra vigili del fuoco, carabinieri-forestali, protezione civile, volontari.
Gli incendi di natura dolosa, erano almeno 2, appiccati separatamente e a quanto pare da mani esperte a cui ancora non si riesce a dare un volto.
Queste almeno le risultanze delle indagine portate avanti dalla sezione di polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco, diretti dall’ingegnere Eutizio Di Gennaro. Attività d’indagine che ha portato anche unità specializzate dei vigili del fuoco a scandagliare utilizzando strumenti moderni e molto sofisticati.
Come riporta Il Messaggero, chi ha appiccato il fuoco sapeva come agire: ha preso in considerazione tanti fattori: climatici, i punti di partenza del fuoco, i luoghi scelti.