“Uno zelante dipendente di una palestra aquilana, non potendo scansionare il Qrcode del mio greenpass, mi ha vietato l’ingresso in palestra, pur avendo mostrato il foglio della Asl con le due vaccinazioni”.

Il racconto di una aquilana al Capoluogo.

Voi direte: no green pass, no party! In effetti anche i sassi parlano del green pass ormai, ma la nostra lettrice ci racconta di come non avesse mai “avuto necessità di mostrarlo ancora e, ingenuamente, ritenevo che il foglietto rilasciato dalla asl con le date delle due vaccinazioni fosse sufficientemente esaustivo. Invece no! Se il sistema non scansione il qrcode, l’ingresso in palestra non è autorizzato.

Dunque mi domando, è proprio questa la limitazione della libertà a cui fanno riferimento in tanti?

Il green pass dovrebbe essere la maniera più veloce per sbrigare la pratica del controllo… il controllo! Ormai siamo controllati ovunque. Ogni ufficio e ogni attività zelante ti misura la temperatura, verifica la presenza della mascherina e ti controlla il green pass. Dal più rigido al più sereno, dal più ottuso al più simpatico! Ebbene siamo certi che sia giusto? Perché dobbiamo essere esposti al vaglio di ognuno? Ci sono da sempre figure deputate al controllo e, sinceramente, reputo pericoloso questo sconfinamento.

Mi sono vaccinata a febbraio ed ho fatto il richiamo a maggio. Il sistema non ha creato il mio AuthCode, appena me ne sono accorta ho scritto alla mail del gov, ma ancora non mi risponde nessuno. Quindi che faccio? Nel frattempo mi muro viva? Vorrei continuare a fare quello che vorrei, avvalendomi del foglietto che attesta la mia vaccinazione. Chiedo troppo?”