Covid19, Franco Marinangeli: 10 ricoverati su 11 in Terapia Intensiva non sono vaccinati

In Abruzzo, su 11 ricoverati in Terapia Intensiva, 10 non sono vaccinati contro il Covid19. “La quarta ondata è arrivata”: lo sfogo del primario di Terapia Intensiva Franco Marinangeli.
“La quarta ondata è arrivata” dice Marinangeli, che aggiunge: “Grazie a chi non ha capito la portata di questo disastro e che ha favorito con un comportamento irresponsabile quanto sta accadendo. Su 11 malati in Terapia intensiva oggi in Abruzzo 10 non sono vaccinati. Una è vaccinata ma molto fragile”
“I numeri sono numeri: non c’e’ più spazio per gli opinionisti” sottolinea, laconico, Franco Marinangeli. Sono stati 143 i nuovi casi positivi registrati nella giornata di ieri in Abruzzo
Quali le conseguenze? “Se si andrà in zona gialla” prosegue Marinangeli “il danno sarà di nuovo anche per l’economia, già fortemente provata. A pagare il conto saremo tutti, non solo i malati di covid. È un effetto domino non più accettabile, non in una nazione che voglia definirsi civile.
“Gli ospedali non hanno risorse infinite e saranno costretti a trasferire nuovamente energie sull’area covid” osserva il primario di Terapia Intensiva. Un tema sul quale, proprio nella giornata di oggi, era intervenuto il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che ha chiesto di concentrare i pazienti di tutta la regione ricoverati in terapia intensiva a causa del Covid nell’ospedale di Pescara, “per ottimizzare le prestazioni sanitarie degli altri ospedali regionali”.
Durissima la chiusura del messaggio del professor Marinangeli: “Chi ne farà la spese? Lascio la risposta agli opinionisti del web… a quelli che sostengono l’ipotetico e remoto danno da vaccino a fronte del reale danno da polmonite da covid: danno che stiamo già subendo tutti, malati e sanitari. Una mano sulla coscienza prima di prendere decisioni che hanno un impatto così disastroso sull’intera comunità. Non è giusto ciò che sta accadendo, non è morale. Così non si esce dal tunnel”.

Intanto, è previsto per oggi a Montereale uno screening della popolazione, visti i dieci casi registrati nel paese dell’Alto Aterno: la maggior parte riguarda persone non residenti, una persona lavora invece nel bar di Montereale capoluogo, motivo per il quale l’attività è stata precauzionalmente chiusa.