Alta Valle dell’Aterno: cinque anni dopo il sisma, l’obiettivo è recuperare il tempo perso

Alta Valle dell’ Aterno e del Velino: la situazione della ricostruzione all’approssimarsi del quinto anniversario del terremoto del Centro Italia. Obiettivo: recuperare il tempo perso, grazie alle ordinanze del Commissario Legnini. L’articolo di Nando Giammarini
Ricorre il quinto anniversario del terremoto che, il 24 agosto del 2016 alle ore 03.36, mise in ginocchio diverse aree interne del Lazio, l’Abruzzo, le Marche, l’Umbria coinvolgendo 140 Comuni inseriti nel cratere sismico del Centro Italia.
Una manciata di secondi che ridussero ad un cumulo di macerie tanti borghi e cittadine, tra i più belli d’Italia con le loro storie, culture, tradizioni, provocando 300 morti nell’ Alta Valle del Velino, tra Amatrice, Accumoli e 51 nell’ Ascolano.

In foto e in copertina, il sopralluogo dell’allora Questore dell’Aquila a Montereale, dopo le scosse che hanno distrutto Amatrice
Poi ci furono le repliche del 26 e 30 ottobre ed infine quella del 18 gennaio 2017: quest’ultima ancor più terrificante poiché il territorio circostante era ricoperto da più di un metro di neve e la gente era praticamente impossibilitata a procurarsi vie di fuga. Le macerie, il dolore la vita che tenta di riprendere faticosamente la sua strada, la quotidianità erano gli stessi elementi di una situazione di difficoltà e di estremo disagio.
In Alto Aterno la situazione era al limite dell’umana sopportazione, specialmente nei paesi di alta montagna, come a Campotosto, ove un uomo nell’intento di mettersi al sicuro uscì di casa e fu travolto da una slavina rimanendo ucciso.
Mi risuona, ancora oggi, nelle orecchie, la voce di mia madre che, trovandosi a Cabbia di Montereale da me immediatamente raggiunta e riportata a Roma, nel tragitto di ritorno intercettammo una troupe giornalistica di Canale 5 la quale le fece la domanda: “Signora ha avuto paura?” Lei rispose in dialetto: “Non solo aglio auta paura ma le scosse me sau remagnatu le cioroella… jea versi la porta e me retroa dall’atra parte”.
Questo particolare episodio per rendere idea di che tragica situazione stiamo parlando. In questo quinto anniversario vorrei che la data non fosse appesa tra ricordo e futuro ma sia protesa a cancellare i ricordi, per quanto avvolti nella loro dolorosa tristezza. Quindi ad esaltare il futuro dove debbono trovare necessariamente soluzione i tanti problemi che affliggono le Comunità interessate dal sisma: dalla casa, al lavoro , alla ripresa di quel barlume di umanità e solidarietà volta a ricostruire un tessuto sociale tipico della gente laziale, abruzzese, marchigiana, umbra. Siamo perfettamente consci del fatto che fin ora molto poco è stato fatto, ma si deve urgentemente arrivare ad una inversione di tendenza in cui siano ben presenti, a tutti, i criteri di rinascita e di ripresa della vita.
Vista la situazione pandemica generale, che non promette nulla di buono, tanta gente è tornata nei paesi d’origine. Ed in alcuni di essi, rispettando rigorosamente le disposizioni anti Covid 19, sono state ripristinate le vecchie feste popolari dei Santi protettori. Un silenzio chiassoso e assordante rotto dalle voci festose di alcuni bambini in bicicletta seguiti dai propri genitori in alcuni centri come Montereale, Campotosto e Amatrice è la prima cosa che colpisce arrivando attraverso strade ombrose e belle sebbene piene di curve e tornanti nei paesi dell’Alto Aterno e dell’Alto Lazio.
Salendo da Montereale – mio paese d’origine, con il 70% delle case inagibili raggiungo Poggio Cancelli. Da qui alla sede di quello che fu una volta fu il Comune, a circa 6 Km di distanza come recita un cartello di segnaletica stradale, incontro solo due macchine: un camper ed un fuoristrada nonostante le rive del lago siano piene di gente intenta a prendere il sole. Un incantevole spettacolo della natura con il bacino artificiale più grande d’ Europa le cui acque sembrano confondersi con il colore del cielo di un blu intenso – stride con tanta desolazione arrecata dal terremoto.
Purtroppo la ricostruzione è fortemente in ritardo ed i primi aggregati stanno partendo ora. Noto con piacere parlando con le persone e con i primi cittadini che quel senso di sfiducia generato da immobilismo e lentezze burocratiche – quel muro di gomma su cui rimbalzano le attese e le speranze di tanti cittadini che hanno perso, nel migliore dei casi, la casa e che chiedono venga ricostruita: un ostacolo che rende difficile il lavoro dei Comuni – sta cedendo il posto all’ottimismo della speranza dovuto alla nomina di Commissario alla ricostruzione di Giovanni Legnini.
Egli ha snellito procedure e velocizzate le pratiche permettendo l’inizio lavori di tanti aggregati. Si è perso del tempo prezioso con il cambio di 4 Commissari ed ora si stanno montando le prime gru.
Parliamo di un dolore condiviso con altri comuni abruzzesi come Cagnano Amiterno, Capitignano, Campotosto, e Pizzoli, centri abitati i cui nomi sono risuonati a lungo nelle cronache del sisma del 6 aprile del 2009, quello dell’Aquila. È questa, infatti, la zona del cosiddetto “doppio cratere”, composta dai paesi colpiti sia dal terremoto del 2009 che del 2016, fino alle scosse del gennaio 2017. Diverso il discorso per Amatrice dove nonostante i notevoli ritardi la ricostruzione procede ad andatura più elevata e si sta facendo di tutto pur di far ripartire la vita sociale, della bella cittadina nota in tutto il mondo per i suoi spaghetti, in quanto è funzionante un’area food attrezzata dai vari ristoratori per continuare il proprio lavoro e la ricostruzione dell’ospedale Grifoni, dopo le vari polemiche seguite all’individuazione del sito, stanno procedendo. Lo stesso dicasi per gli altri servizi primari quali scuole ufficio postale e farmacia.
Per avere un quadro più reale possibile sulla questione ricostruzione in alta Valle dell’Aterno abbiamo sentito il Sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, che alle nostre precise domande ha risposto mettendo in evidenza tutta una serie di questioni sull’onda di un filo conduttore: ricostruzione sicura e veloce, attività economiche che siano in linea con le vocazioni del territorio e con il “dna” culturale e sociale delle popolazioni, recuperando le millenarie tradizioni innestandole con il moderno che oggi la tecnologia mette a disposizione. Egli ci ha inoltre ribadito che si è perso, in lungaggini burocratiche di ogni sorta, del tempo prezioso che ora di sta cercando di recuperare in tutti i modi . Prova provata ne sono le ordinanze firmate che hanno sbloccato opere pubbliche per 520 milioni di euro e si sta procedendo a velocità sostenuta anche per l’edilizia privata.
Intanto Amatrice si prepara a ricordare le vittime innocenti del sisma con una cerimonia religiosa, officiata dal vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili, che verrà trasmessa su RAI 1 a partire dalle 11.00. cui parteciperà anche il premier Draghi. Il tutto avverrà nel rigoroso rispetto delle norme anti covid 19. Doveroso ricordare, in conclusione di questo articolo, il grande Sindaco di Amatrice – Antonio Fontanella, recentemente scomparso per un improvviso malore – che ebbi il piacere d’intervistare in una conferenza stampa nella sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo in occasione di una manifestazione per accelerare le procedure, completare l’infrastruttura e realizzare un collegamento vitale a scorrimento veloce fra l’Aquila ed Amatrice. Egli si era impegnato molto per la ricostruzione e la rinascita del paese degli spaghetti, e delle sue 69 Frazioni, famosi in tutto il mondo. Un impegno a tutto campo sebbene il destino aveva deciso, per lui, un’altra cosa.