Lockdown, Lookover: le foto di Stefano Pettine raccontano la pandemia

Il fotografo Stefano Pettine racconta la pandemia con una mostra fotografica. Immagini immobili, ma piene di vita.
Con “Lockdown Lookdown”,Stefano Pettine ha voluto immortalare alcuni momenti “sospesi” dello scorso inverno, in piena pandemia.
La mostra fotografica è stata allestita nei locali della Bper, sotto i portici, riconsegnati da poco dopo i lavori di ricostruzione post sisma.

Stefano Pettine, fotografo professionista da oltre 30 anni, come tutti i suoi colleghi è stata una delle vittime inconsapevoli di questa pandemia, il suo settore che fa parte a pieno titolo del grande carrozzone del wedding, ha subito perdite gravissime e incolmabili dalle conseguenze del lockdown.
Ma non si è abbattuto e ha aspettato “che la buriana passasse, con tante piccole attività, come queste foto, che in qualche modo hanno colmato questi vuoti. Ho voluto cercare di trasmettere emozioni comunque positive, facendo trapelare l’attesa di tutti per la ripartenza”.
Nelle foto ha ‘bloccato’ il lockdown e il suo silenzio quasi sospeso: “immagini a colori che immortalano le emozioni di quei mesi, l’isolamento in attesa di ripartire”, spiega intervistato dal Capoluogo.

Il tricolore steso da una finestra, i carrelli di un supermercato chiuso, un campetto da calcio vuoto. La fotografia è stata uno strumento prezioso durante questo periodo di isolamento, per lasciare ai posteri ricordi indelebili, anche se nessuno sicuramente dimenticherà quanto accaduto negli ultimi 2 anni.

Sono state proprio le immagini a dare voce ai silenzi e al dolore della pandemia: le bare in fila a Bergamo, il Papa solo su Piazza San Pietro, i luoghi simbolo delle grandi città deserti, come privati della loro linfa vita, gli animali che si riappropriano del tessuto urbano come i fenicotteri per strada nel centro di Cagliari.

“Foto che rappresentano una quotidianità che speriamo di esserci lasciati alle spalle, che fermano un evento straordinario mai accaduto nel mondo moderno. Il filo comune è proprio la mancanza di presenza umana, almeno apparente, ma, facendo attenzione, si può notare che c’è stato o potrebbe esserci un passaggio dell’uomo, a breve, come abbiamo sperato tutti quanti”.
Le foto, che saranno esposte fino al 30 agosto, sono anche in vendita nella sede storica della sua attività, su Corso vittorio Emanuele 184-186.