Quintana di Ascoli e Perdonanza, due ricorrenze per unire due città

28 agosto 2021 | 09:20
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Quintana di Ascoli e Perdonanza, due ricorrenze per unire due città

La Quintana di Ascoli Piceno e la Perdonanza Celestiniana, due ricorrenze molto simili, ricche di storia e tradizioni che hanno unito due sindaci: Marco Fioravanti e Pierluigi Biondi.

La Perdonanza e la Giostra della Quintana sono entrambe celebrazioni molto suggestive e ricche di storia: la Perdonanza risale al XIII secolo, ancora più antica la Giostra della Quintana, le cui radici risalgono al IX secolo, quando i Saraceni invasero il territorio dei Piceni. A differenza del giubileo aquilano, la Quintana di Ascoli si tiene due volte l’anno, a luglio e ad agosto.

quintana e perdonanza

Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, dopo aver partecipato alla “sua” Quintana, non poteva mancare a L’Aquila per la 727 Perdonanza Celestiniana.

“Dovevo e volevo esserci! – ha detto Fioravanti emozionato, intervistato dal Capoluogo – Ascoli e L’Aquila sono due città così simili, così belle, così ricche di storia. Accomunate non solo dalla vicinanza geografica, ma anche dalla ferita del sisma: 2009 per il capoluogo l’Abruzzo, 2016 per Ascoli Piceno”.

quintana e perdonanza

In quest’ottica di vicinanza, di rispetto, di voglia di fare, è nata un’amicizia, alimentata dalla stima e dalla positiva collaborazione con il primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

quintana e perdonanza

“Abbiamo una visione comune finalizzata esclusivamente al bene delle città che amministriamo e che ci vede impegnati per rendere davvero concreto il rilancio di tutto l’Appennino Centrale. Per questo ho voluto che Ascoli sposasse e ‘tifasse’ per la candidatura del capoluogo d’Abruzzo a capitale della cultura”, aggiunge Fioravanti.

Fioravanti e biondi

“Ho voluto firmare la Carta dell’Aquila perchè credo che con questo tipo di progetti si possa davvero realizzare qualcosa di buono, lasciando finalmente alle spalle, come dice anche Pierluigi, l’odore delle macerie e della polvere che per troppi anni hanno caratterizzato i nostri territori”.

“Credo fermamente nella bontà d’intenti della Carta dell’Aquila, uno strumento utilissimo, per attuare una politica che stimoli il governo centrale ad azioni concrete per il rilancio delle aree interne come le nostre”.

“Ho partecipato con grande piacere alla 727 Perdonanza: è stato molto emozionante, un momento spirituale che non lascia indifferenti. Emozioni diverse e nuove ogni anno”.

E Fioravanti non ha voluto mancare all’appuntamento aquilano anche perchè, “Le due feste che caratterizzano la nostra estate sono antiche, magiche, con connotazioni spirituali importanti”.

Perdonanza e Quintana: due cortei molto simili

La Giostra della Quintana è una rievocazione storica di origine medievale con giostra equestre. Vi partecipano i sei Sestieri della città: Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Sant’Emidio. Si svolge in due momenti: la giostra che viene fatta al campo giochi Squarcia, mentre il corteo attraversa la città.

Faceva parte di una serie di giochi che venivano organizzati anticamente in occasione delle feste patronali, di cui costituivano l’elemento civile e ludico di maggiore interesse. Le cronache antiche di Ascoli raccontano che la mattina del 5 agosto, solitamente, si tenevano le funzioni religiose, mentre nel pomeriggio venivano allestiti i giochi, che interessavano sia la piazza che la città.

La dominazione saracena sui Piceni si ritrova nella presenza nella giostra della Quintana del busto da colpire, posto sul campo di gioco, che rappresenta il moro, nemico della fede.

Fioravanti e biondi

Dal latino Quintus, si rifà alle abitudini dei legionari di allenarsi, con la spada o con il giavellotto, a colpire un palus, alto circa 6 piedi, ancorato al terreno della strada dell’accampamento destinata al mercato ed alle esercitazioni militari; tale strada era la via quintana, divideva il quinto ed il sesto manipolo e da cui deriverebbe il nome della competizione.

“La Quintana, come la Perdonanza ha un corteo con i costumi storici, quest’anno – chiarisce il primo cittadino – siamo riusciti a farlo dinamico nonostante la ‘bolla Covid’. Le accortezze ci sono state e anche tutte le cautele per evitare la proliferazione dei contagi”.

Fioravanti e biondi

Un corteo, quello della Quintana, imponente come per la Perdonanza, e costituito, prima del Covid, da oltre 1500 figuranti (dall’anno scorso causa pandemia solo 60). I figuranti sfilano indossando costumi ispirati al XV secolo, in ricordo degli Statuti Ascolani, del 1377, che ne disciplinano e ne citano la consuetudine.

A differenza del corteo della Perdonanza, in cui i protagonisti sono Celestino V, la Dama della Bolla, della Croce e il Giovin Signore, un ruolo principale nella Quintana lo ricopre proprio il primo cittadino, che impersona il Magnifico Messere, “cioè colui che un tempo era il capo della città stessa”.

Non possono mancare, come nel corteo di Celestino V, dame, damigelle, nobili, paggi, armigeri, musici, sbandieratori, arcieri, balestrieri, consoli ed altri personaggi appartenenti ai singoli sestieri.

Nel corteo aquilano ci sono i quarti, ad Ascoli, sono presenti le rappresentanze delle Terre e dei Castelli del circondario ascolano che aderirono ai patti di alleanza con Ascoli.