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Complesso Don Minozzi di Amatrice: indetta gara d’appalto, ma non convince

Sisma 2016, progetto di ricostruzione del complesso Don Minozzi di Amatrice, Casa Futuro. Ombre sulla gara d'appalto.

Ricostruzione Amatrice, partenza nebbiosa per l’aggregato più grande del Sisma 2016. 60milioni di gara d’appalto: lo strano caso del complesso Don Minozzi.

Una base d’asta da 49.724.753,02 euro, ma “costo convenzionale potenziale” stimato in 39.540.745,31 euro, senza ulteriori fondi previsti, quello per la gara d’appalto relativa al progetto di ricostruzione del complesso Don Minozzi di Amatrice, Casa Futuro, una delle più importanti opere di ricostruzione del centro Italia. È questa una delle tante stranezze riscontrate nella gara d’appalto relativa, che ha lasciato interdette le imprese che hanno partecipato, pur dovendosi accollare un sostanziale ribasso del 20% solo per coprire la differenza tra la base d’asta e l’importo disponibile. Tra l’altro, l’unico criterio di aggiudicazione era appunto l’offerta più bassa.

Ma non è l’unica ombra che grava su uno degli appalti più importanti della ricostruzione post sisma 2016 e che ha lasciato interdette le imprese del settore. Tra gli altri inusuali ostacoli incontrati dalle imprese, il termine per la consegna del plico con l’offerta, a mano o tramite raccomandata, fissato alla mezzanotte di Ferragosto, giorno di Festa nazionale, mentre le eventuali integrazioni dovevano essere depositate entro i due giorni successivi, quindi in pieno periodo di chiusura per ferie estive. Nonostante questo, diverse imprese non si sono perse d’animo e hanno voluto partecipare, nonostante requisiti piuttosto stringenti: i Consorzi stabili hanno potuto partecipare con la restrizione di non poter indicare le consorziate, che in fase di gara dovevano avere gli stessi requisiti del consorzio stesso; mentre la partecipazione in ATI era consentita solo in forma verticale.

Al termine delle valutazioni effettuate dall’apposita commissione, le imprese partecipanti sono state informate semplicemente di non aver ottenuto l’aggiudicazione, senza essere messe al corrente della graduatoria e del nominativo del’impresa aggiudicataria. Questioni di “privacy” alla base del diniego alle richieste delle altre ditte di conoscere il nome del vincitore, essendo stato commissionato da un ente privato.

Insomma, per la ricostruzione di un complesso di edifici di proprietà dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia (ONPMI), e finanziato con fondi della ricostruzione “Casa del Futuro”, che rappresenta una delle opere più importanti per il cratere del Centro Italia, un’impronta più chiara e trasparente sarebbe stata forse più opportuna.

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