
I presidenti di regione hanno assunto un potere politico e mediatico in tempo di pandemia.
Li hanno chiamati governatori, una carica non prevista dalla nostra Costituzione, ma con gli anni e soprattutto in questo periodo di
pandemia, i presidenti di regione hanno assunto un potere politico e mediatico che va ben oltre i poteri concessi dalla discussa riforma costituzionale voluta dal centrosinistra 20 anni fa.
Nel corso della pandemia, spesso i “governatori” hanno assunto posizioni in contrasto con il governo nazionale. Non solo, ma sono entrati perfino in contrasto con i partiti di appartenenza. In modo più evidente a sinistra, basti pensare a De Luca in Campania, che senza mezzi termini lancia strali contro il Pd. Contesta le alleanze che il suo partito ricerca, si dichiara ostile a quella legge Zan che per Letta è una priorità.
Gli elettori hanno premiato questa autonomia dei presidenti, è il caso di De Luca, ma anche di Emiliano, in Puglia, che ha vinto contro ogni pronostico oppure di Zaia che ha ottenuto un successo personale che va oltre ogni aspettativa. E più sono forti del successo ottenuto e più si smarcano. Pensate a Emiliano, è stato il primo a volere l’alleanza tra il Pd e i 5Stelle (almeno una parte) nella sua regione, eppure proprio mentre infuria la polemica tra Letta e Salvini, lui pubblicamente elogia il leader della Lega in modo
tanto forte da creare qualche imbarazzo alo stesso Matteo, stupito di tanta benevolenza. Restando a sinistra c’è De Luca , che fa un po’ quel che vuole. Attacca la dirigenza del suo partito, continua a vedere i 5Stelle come fumo agli occhi, fino ad arrivare all’ultima stoccata alla legge Zan, un attacco più o meno diretto proprio contro Letta. Nel Lazio Zingaretti se ne andato dalla segreteria dicendosi schifato e ora regna sul Lazio e si vanta del successo della campagna vaccinale.
A Destra c’è Zaia che non chiama in causa Salvini direttamente, ma proprio mentre il suo leader si diceva contro l’obbligo del green pass e naturalmente della vaccinazione, lui apertamente parlava di successo per aver vaccinato quasi l’ottanta per cento dei veneti e ostenta il suo green pass. In Lombardia il presidente Fontana ha già predisposto tutto per la terza dose, e naturalmente è favorevole alla certificazione. La stessa cosa del presidente della Liguria Toti che da tempo assume posizioni in contrasto con parte della maggioranza che lo sostiene. I governatori escono allo scoperto e i partiti tacciono. Riforma costituzionale o meno,
hanno consacrato il proprio potere. I partiti spesso sono lontani dai cittadini, loro, come i sindaci, invece ci sono. E adesso fanno contare il proprio peso, gli elettori li premiano e a Roma stanno a guardare.
Incassano i colpi senza reagire.